Il pronome neutro? Un atto di sottomissione alla dittatura "woke"

La Francia si ribella al cosiddetto "linguaggio inclusivo" e alla cultura "woke" dopo l'introduzione del pronome neutro del più popolare dizionario del Paese

Il pronome neutro? Un atto di sottomissione alla dittatura "woke"

La Francia non si piega alla "woke supremacy" che proviene dagli Stati Uniti e dai liberal identitari d'Oltreoceano. Lo scorso 19 novembre sulle colonne di questa testata vi abbiamo raccontato di come il pronome neutro "iel" - contrazione di "il" ( lui) e "elle" ( lei"), utilizzato dalle persone che si definiscono "non binarie" e che dunque non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile - abbia fatto il suo ingresso nel Petit Robert, equivalente del nostro dizionario Garzanti, tanto per citare forse il manuale più popolare. Il pronome neutro è stato introdotto perché, secondo Le Petit Robert, viene sempre più usato dai francesi e sta diventando una parola comune, scatenando le proteste deputato di En Marche François Jolivet e del ministro dell'Istruzione nazionale, Jean-Michel Blanquer, secondo il quale "la scrittura inclusiva non è il futuro della lingua francese". Un dibattito, nel Paese d'oltralpe, che sta proseguendo con risvolti piuttosto interessanti e un fronte contrario alle istanze woke del politicamente corretto, sempre più agguerito. Un po' come quello maturato in Italia dopo la bocciatura dello "schwa" da parte della nota linguista Cecilia Robustelli, che da anni lavora con l'Accademia della Crusca.

Una forma di sottomissione

A schierarsi contro l'introduzione del pronome neutro nel dizionario francese è, come riporta Il Foglio, lo scrittore e membro dell'académie française Jean- Marie Rouart. "Una lingua come l'appartenenza a un Paese è un bene comune" scrive su Le Figaro. "Per beneficiare della loro protezione e dei vantaggi che ci forniscono, accettiamo di sottometterci alle loro leggi, alle loro regole, ai loro costumi, perché questa è la condizione di un contratto collettivo. Questa sottomissione non avviene senza qualche forma di sacrificio e frustrazione". La lingua francese, sottolinea, poiché è su quella che ci interroghiamo continuamente, "deve sottomettersi in maniera ossequiosa a tutte le aspirazioni individuali o di categoria?". Secondo Jean-Marie Rouart, il "desiderio di introdurre il pronome artificiale 'iel' come fa il dizionario di Robert", è "solo la coda della pressione esercitata dai sostenitori della scrittura inclusiva". Sarebbe sbagliato "prendere alla leggera queste distorsioni popolari fatte alla nostra lingua", poiché "sono i sintomi di una malattia profonda. Abbiamo sempre saputo che le lingue racchiudono valori essenziali: non sono solo un mezzo di comunicazione".

Un atto di autocolonizzazione

I fautori della cosiddetta "lingua inclusiva" dunque, intendono spalancare le porte dell'ideologia woke al linguaggio comune. Ad esempio, facendo il passare il messaggio che il "genere" sia un costrutto sociale indipendente dalla realtà biologica delle persone, come nel caso del pronome neutro, di fatto strizzando l'occhio alle istanze delle associazioni transgender. Come sottolinea Rouart, infatti, Il pronome "iel", così come la scrittura inclusiva, punta, "rispondendo a delle aspirazioni umanitarie certamente comprensibili e a delle sofferenze personali" che possono essere legittime come tutte le sofferenze,"a imporre la legge del movimento di importazione americana woke in tutti i campi: la storia, la società, i costumi. Vuole naturalmente influenzare le politiche". Ancor più duro Le Point, citato sempre dal Foglio, secondo il quale l'approvazione del pronome neutro "non è un'operazione linguistica" ma un "atto militante", che contribuisce "all'autocolonizzazione in corso". Il codice esclusivo ignora la lingua francese: "è brutto, sordo, semplicistico, moralistico, oltre che illeggibile e impronunciabile".

Un po' come lo schwa che tanto piace alla sinistra Gauche caviar italica, un'aberrazione - più ideologica che linguistica - fortunatamente bocciata dalla Crusca. Anche se la resistenza contro la "dittatura woke" è solamente agli inizi. In Italia, come in Francia.

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