Guerra in Ucraina

"Putin disse "no" all'offerta di pace": il retroscena Usa sui negoziati

L'inviato russo per l'Ucraina, Dmitry Kozak, avrebbe cercato di fermare la cosiddetta operazione militare speciale di Mosca al suo inizio raggiungendo con la leadership di Kiev un accordo. Vladimir Putin avrebbe rifiutato l'offerta

"Putin disse "no" all'offerta di pace": il retroscena Usa sui negoziati

Vladimir Putin avrebbe cestinato un'offerta messa sul tavolo dall'Ucraina che avrebbe potuto interrompere sul nascere la guerra. Nelle prime fasi del conflitto, infatti, il capo negoziatore del Cremlino, Dmitry Kozak, sarebbe riuscito a stringere un accordo provvisorio con Kiev. Un accordo di tutto rispetto, che avrebbe soddisfatto la principale richiesta di Mosca: mantenere la nazione ucraina fuori dalla Nato. Kozak avrebbe quindi spiegato a Putin di ritenere l'intesa sufficiente per consentire alla Russia di interrompere campagna militare in Ucraina. Il presidente russo avrebbe tuttavia preferito proseguire con la cosiddetta "operazione miltiare speciale". È questa la clamorosa rivelazione di Reuters, che ha citato molteplici fonti anonime vicine alla leadership russa.

La decisione di Putin

Prima della guerra, Putin ha più volte ripetuto che la Nato e la sua infrastruttura militare si stavano avvicinando ai confini della Russia, inglobando nuovi membri dell'Europa orientale e preparandosi a portare anche l'Ucraina nella sua orbita. Il capo del Cremlino affermava altresì pubblicamente che questa situazione rappresentava una minaccia esistenziale per Mosca. Da qui la scelta di avviare una guerra contro Kiev.

A quanto pare, però, quando gli è stato presentato l'accordo ottenuto da Kozak, Putin avrebbe preferito continuare con la sua campagna militare. La Russia, infatti, aveva già ampliato i suoi obiettivi, che comprendevano l'annessione di aree del territorio ucraino, e non più la sola rinuncia dell'Ucraina di fronte ad un ipotetico ingresso nell'Alleanza Atlantica. Il risultato è che l'accordo raggiunto dal capo negoziatore russo è stato abbandonato. E la guerra è andata avanti - e sta tutt'ora continuando - come se niente fosse accaduto.

Il presunto accordo saltato

Due delle tre fonti sentite da Reuters hanno affermato che una spinta per finalizzare l'accordo sarebbe avvenuta immediatamente dopo il 24 febbraio. Nel giro di pochi giorni, Kozak credeva di avere in tasca l'accordo dell'Ucraina sui termini principali espressi dalla Russia. Il negoziatore, sempre secondo la ricostruzione, avrebbe quindi raccomandato a Putin di firmare l'intesa. "Dopo il 24 febbraio, a Kozak è stata data carta bianca: gli hanno dato il via libera; ha ottenuto l'accordo. Lo ha riportato indietro e gli hanno detto di cancellare. Tutto è stato cancellato. Putin ha semplicemente cambiato il piano", ha detto una delle fonti vicina alla leadership russa.

Un'altra fonte, invece, sostiene che Kozak aveva proposto l'accordo a Putin, e che quest'ultimo lo avesse rifiutato poco prima dello scoppio della guerra. Sei mesi dopo l'inizio del conflitto, Kozak rimane al suo posto, come vice capo di stato maggiore del Cremlino. L'uomo non si occuperebbe più del dossier Ucraina.

La replica del Cremlino

Secca la replica del Cremlino, che, attraverso il suo portavoce, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la ricostruzione sopra riportata "non ha assolutamente alcuna relazione con la realtà". "Non è mai successo niente del genere. Si tratta di informazioni assolutamente errate", ha concluso Peskov.

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che la Russia ha usato i negoziati come una cortina fumogena per prepararsi alla sua invasione.

Podolyak non ha tuttavia risposto alle domande sulla sostanza dei colloqui, né ha confermato il raggiungimento di un accordo preliminare.

Commenti