Che la propaganda dell'Isis sia studiata in ogni dettaglio lo si è detto più volte, così come si è racconta che i suoi membri utilizzano con grande efficacia i social network per i loro scopi. Una storia meno raccontata è quella di come gli stessi strumenti applicati alla comunicazione del jihad possano ritorcersi contro gli stessi estremisti.
L'ultimo episodio ascrivibile a questo capitolo lo ha raccontato ieri l'Air Force Times e riguarda la distruzione di una base dell'Isis, colpita dai raid statunitensi grazia a un tweet poco avveduto di un miliziano. Dalla foto pubblicata sui social all'attacco sono passate meno di ventiquattr'ore, durante le quali gli uomini dell'aeronautica hanno incrociato i dati in loro possesso per capire esattamente dove si trovasse il quartier generale. Poi lo strike.
Sono più di quattromila
i colpi messi a segni dagli americani nella loro campagna contro l'Isis. Una missione dall'alto che va comunque incontro a sempre maggiori polemiche, perché non sembra ottenere i risultati sperati da chi combatte a terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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