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Raid in Siria, Mosca non ha dubbi: "Rilevati caccia israeliani"

Mosca: "F-15 di Israele hanno lanciato otto missili dal territorio libanese senza mai entrare nello spazio aereo della Siria"

Raid in Siria, Mosca non ha dubbi: "Rilevati caccia israeliani"

La base militare di Tiyas meglio nota come T4, vicino l'antica città di Palmyra, nella Siria centrale, è stata colpita questa mattina da un raid missilistico. Ancora scarsi i dettagli diramati. Stati Uniti e Francia hanno negato ufficialmente ogni coinvolgimento all’operazione. La Russia sembra non aver alcun dubbio accusando lo Stato di Israele che non ha ancora commentato il raid.

La base T4 si trova nel Governatorato di Homs: è un sito operativo primario per l'Aeronautica siriana e la Forza Quds dell'Iran. E' la medesima base colpita da Israele lo scorso febbraio. Ancora confuse le notizie sul raid. I siti siriani parlano di diverse ondate e venti missili da crociera lanciati contro la base T4 al di fuori di Palmyra. Otto missili sarebbero stati intercettati dalle difese aeree della base. TASS, riferendosi al canale televisivo arabo Al Mayadeen, riporta caccia di Israele in volo nella zona di confine tra la Siria ed il Libano durante il raid, pubblicando a corredo della news una coppia di F-35. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo quali piattaforme abbiano preso realmente parte al raid ed il numero esatto dei missili lanciati. C’è da considerare la sicurezza operativa. Ad esempio. Se a lanciare fosse stato un sottomarino USA (considerando il raggio dei missili), gli si dovrebbe dare il tempo di rientrare in una zona di sicurezza così da sfuggire ai possibili hunter killer sulle sue tracce. L'implementazione di un RC-135 Rivet Joint nella regione è solo un altro tassello del mosaico. Una cosa sembra essere certa: la Russia ha monitorato i missili in arrivo grazie ai suoi asset di difesa aerea integrati presenti in Siria.

Stati Uniti e Francia negano ogni coinvolgimento

Stati Uniti e Francia hanno negato ufficialmente ogni coinvolgimento. Poche ore fa, Parigi e Washington hanno minacciato ritorsioni in risposta al presunto attacco chimico avvenuto sabato scorso nella città siriana di Douma.

La nota del Pentagono

“In questo momento il Dipartimento della Difesa non sta conducendo attacchi aerei in Siria. Tuttavia continuiamo a guardare da vicino la situazione e sostenere gli sforzi diplomatici in corso per identificare i responsabili che hanno utilizzato armi chimiche in Siria”. Poche ore fa il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che "Damasco avrebbe pagato un grande prezzo per l'attacco su Douma.

La posizione di Parigi

“La Francia non è stata coinvolta in attacchi aerei effettuati durante la notte in Siria. Non siamo stati noi”. Il Presidente francese Macron ha condannato l'attacco di sabato scorso in Siria, affermando che "il regime di Assad dovrà rispondere per i suoi continui abusi dei diritti umani".

Israele: "Nessuno deve violare le linee rosse"

"In Siria operano molte forze di vari organismi e coalizioni. Ognuno dice ciò che dice e nega ciò che nega. Abbiamo interessi chiari in Siria e fissiamo le linee rosse. Non permetteremo il transito di armi dalla Siria al Libano e non consentiremo l'istituzione di una base iraniana". E' quanto ha affermato ad Israel Radio l'ex generale Yoav Galant, Ministro dell'Edilizia e membro del gabinetto di sicurezza israeliano.

La Russia conferma: “Rilevati due F-15 israeliani”

Secondo la Russia, il raid è stato effettuato poco prima delle 3 di questa mattina (ora italiana). Coinvolti due F-15 dell'Israeli Air Force. Secondo il Ministero della Difesa russo "i caccia israeliani avrebbero lanciato otto missili contro la base, cinque dei quali intercettati. Tre missili hanno colpito la parte occidentale della base". Se cosi fosse la portata del raid andrebbe ridimensionata: i siti siriani parlano di venti missili, otto dei quali intercettati dalla griglia di difesa aerea della base T4.

“Dalle 02:25 alle 02:53, due F-15 dell'aeronautica israeliana hanno effettuato un bombardamento aereo lanciando missili guidati sull'aerodromo T-4 dal territorio libanese e senza mai entrare nello spazio aereo della Siria. Nessun russo è stato ferito”. La Siria accusa pubblicamente Israele di condurre attacchi aerei contro obiettivi nel suo territorio, tuttavia la Russia si è per lo più astenuta dal commentare questi attacchi.

Che tipi di missili avrebbe potuto lanciare Israele?

Se a lanciare i missili dal Libano fossero stati davvero i caccia israeliani, così come dichiarato il Ministero della Difesa russo, possiamo escludere dall'inventario dell'IAF e con un ragionevole grado di certezza i sistemi d'arma a guida laser Paveway e JDAM. Escludiamo anche le GBU-39. Le opzioni d'attaco si riducono ai sistemi Delilah e Popeye.

Il missile da crociera multiruolo a medio raggio Delilah è prodotto dalla Israel Military Industries. E' un sistema d'arma affidabile, altamente flessibile ed estremamente preciso. Con un peso di poco inferiore ai 200 kg, vola verso il bersaglio a velocità subsoniche ed a varie altitudini ad una distanza massima di 250 km. Delilah utilizza la navigazione inerziale con GPS incorporato abbinato a un autopilota per la navigazione. A differenza di un tipico missile da crociera (obiettivo pre-programmato prima del lancio), il sistema d'arma Delilah è in grado di sorvolare un'area prima di colpire il bersaglio specifico identificato in remoto dall'ufficiale preposto. Il missile può anche attaccare obiettivi fissi autonomamente usando solo la guida GPS / INS. Delilah può anche essere configurato per la soppressione delle difese aeree nemiche. Tuttavia la piccola testata da 30 chili non è indicata per colpire strutture corazzate o grandi bersagli. Con un raggio di 80 km, l'AGM-142 Have Nap noto anche come Popeye può colpire bersagli ad 80 km di distanza. Pesante 1400 chili , il missile a medio raggio è armato con testata da 360 kg espressamente concepita per distruggere grandi bersagli o strutture corazzate. Il missile uUtilizza immagini a infrarossi e guida inerziale per colpire con precisione i bersagli. I sistemi d'arma israeliani sono costantemente aggiornati e migliorati.

Il raid del 10 febbraio scorso

Il 10 febbraio scorso un elicottero Apache ha intercettato con successo un UAV (simile al Saeqeh iraniano) infiltrato nello spazio aereo israeliano, decollato da una base iraniana nell'area di Palmyra. Il velivolo è stato identificato dai sistemi di difesa aerea nelle prime fasi e monitorato fino all'intercettazione. In risposta, l'IDF ha attaccato le strutture di comando dei droni iraniani sul territorio siriano. Successivamente, i caccia dell'aviazione israeliana hanno bersagliato dodici obiettivi comprese tre batterie di difesa aerea e quattro obiettivi iraniani che fanno parte del contingente permanente di Teheran in Siria. Durante l'attacco aereo, diversi missili sono stati lanciati contro i caccia dell’IAF. Un F-16I è stato colpito: i due piloti sono riusciti ad eiettarsi. Uno di loro è stato ferito gravemente. E' ritenuto l'attacco più grande e significativo che l'aviazione abbia condotto contro le difese aeree siriane dal 1982.

Secondo il generale Farzad Esmayeeli, comandante della base Khatam al-Anbiya, quartier generale per la difesa aerea strategica e operativa a livello nazionale dell’Iran, “la rivendicazione israeliana è come sempre errata”.

“Il centro per le operazioni congiunte gestito da Hezbollah, Iran e Russia, forze alleate della Siria, conferma che il drone non ha mai varcato il confine con Israele. I nostri droni operano dalla base aerea T4 nella provincia centrale di Homs, nella Siria centrale, per monitorare lo spostamento dei terroristi dell’Isis.

E’ Israele ad aver varcato i confini siriani, per un incidente che ha oltrepassato i confini della tolleranza”.

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