La Grecia è divisa sul referendum sulle misure richieste dai creditori internazionali. È emerso dai sondaggi ed emerge oggi dalle voci dei cittadini alle urne. "Ho votato no, e non il sì che i partner europei insistevano io scegliessi. Sono senza lavoro da quasi quattro anni e mi ero detta di pazientare, ma ne ho abbastanza di privazioni e disoccupazione", spiega Eleni Deligainni, che ha votato ad Atene. Molti greci sono arrabbiati e stanchi per cinque anni di austerità, conclusi con l'ultima settimana di chiusura delle banche e controllo dei capitali.
Simbolo delle difficoltà e della disperazione sono diventati i pensionati in fila fuori dalle banche per ritirare la quota concessa delle loro pensioni. Attesa spesso conclusa a mani vuote e in lacrime. "La chiamereste dignità, stare in fila a un bancomat per pochi euro?", ha commentato Yannis Kontis, 76 anni, dopo aver votato nel quartiere Pangrati di Atene. "Ho votato sì così potremo restare in Europa", ha aggiunto.
Mentre le banche sono state chiuse, agli sportelli automatici è stato permesso di prelevare una cifra massima di 60 euro al giorno. I greci che propendono per il sì concordano sul fatto che ad Atene siamo imposte condizioni dure, ma che l'alternativa sarebbe peggiore con il collasso delle banche e il ritorno alla dracma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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