Un misura anti-stranieri che parte dalla difesa della lingua nazionale. In Francia l'amministrazione dell'Ile-de-France (la regione di Parigi, ndr) ha approvato un pacchetto legislativo per favorire le piccole e medie imprese francesi negli appalti pubblici rispetto a quelle estere.
A destare curiosità, fra le nuove norme, è soprattutto la cosiddetta "clausola Moliere", che impone a tutti i lavoratori impiegati nei cantieri e in altri posti di lavoro finanziati con soldi pubblici di usare solo e soltanto la lingua francese. Così il manovale polacco o rumeno che parla con un collega, anche se della stessa nazionalità, dovrà esprimersi in perfetto francese, pena una sanzione per l'azienda di cui è dipendente.
Se è impossibile garantire che tutti i lavoratori comprendano e parlino correntemente la lingua nazionale, bisognerà invece assicurare la presenza di un interprete, stabilisce la nuova legge secondo Le Parisien. L'amministrazione regionale starebbe anche considerando l'ipotesi di creare squadre di ispettori che visitino i cantieri per verificare l'effettiva conoscenza del francese da parte degli operai al lavoro.
Il governo regionale dell'Ile-de-France spiega che si tratta di una misura volta a migliorare gli standard di sicurezza sui luoghi di lavoro, che potrebbe essere messa a repentaglio se la corretta comunicazione fra lavoratori non è garantita al massimo livello.
La nuova norma, che si applica ad esempio anche ai lavoratori del settore dei trasporti o dell'istruzione, è stata applicata già altrove in Francia con il malcelato intento di
favorire l'impiego di impiegati ed operai transalpini rispetto a quelli stranieri: misure analoghe a quella introdotta nella regione parigina sono infatti già state adottate in Normandia, Haute-de-France e Alvernia-Rodano-Alpi.
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