Come non detto, i ribelli siriani sostenuti dall’Occidente per mezzo dell’Arabia Saudita non sono poi così tanto moderati. A rappresentare l’opposizione ai colloqui di pace con il governo di Damasco previsti per fine gennaio a Ginevra sarà Mohammed Alloush, leader politico noto per essere legato al gruppo armato Jaish al Islam (Esercito dell’Islam) di matrice salafita, considerato appunto un movimento terroristico sia dal Cremlino che da Bashar Al Assad per i suoi legami con Jabhat Al Nusra, ramo siriano di Al Qaeda. Ad annunciarlo è stato il coordinatore generale Riad Hijab parlando ad una conferenza stampa organizzata a Riad.
Alloush è un cognome che abbiamo già sentito di recente. Mohammed infatti è cugino di Zaharan, ucciso il 25 dicembre del 2015 da un missile aereo russo fu allora presentato dalla stampa occidentale - a torto - come un ribelle moderato. Non appena scoppiata la guerra civile in Siria, Zaharan aveva fondato Liwa al Islam (la Brigata dell’Islam) con il padre Abdallah, poi aveva era diventato capo di Jaish al Islam con l’obiettivo di colpire il governo di Bashar Al Assad. Attualmente questo combatte nei sobborghi di Damasco, più precisamente a Ghouta. Nella sua vita da combattente elogiò Osama Bin Laden, chiamò i qaedisti di Al Nusra “fratelli” che guerreggiavano la stessa battaglia, utilizzò i civili come scudi umani. Dopo la sua scomparsa si è pensato che a dover guidare il movimento doveva essere uno della sua stessa stirpe per ragioni di prestigio e autorevolezza. Così il cugino minore Mohammed Alloush è stato nominato negoziatore dagli sponsor sauditi per parlare a nome dei siriani ai tavoli diplomatici di Ginevra. Ad affiancarlo saranno il generale Asaad al Zoabi dell’Esercito Libero Siriano e George Sabra, leader del Consiglio Nazionale Siriano. A criticare la nomina di Mohamed Alloush sono in molti, non solo russi e iraniani. Tra questi c’è il Comitato di coordinamento nazionale per il cambiamento democratico, principale gruppo di opposizione interna alla Siria, che l’ha definita “inaccettabile”, e le autorità curdo-siriani che nonostante abbiano chiesto esplicitamente di partecipare sono state tuttavia escluse.
Per queste ragioni già si vocifera di un rinvio dei negoziati, i quali potrebbero essere rimandati al 31 di gennaio, anche se da parte sua il governo di Damasco ha già nominato a capo della propria delegazione a Ginevra l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar al Jaafar, affiancato dal viceministro degli Esteri Faisal al Miqdad. Nonostante le divergenze e i continui tentativi di sabotaggio da parte dell’opposizione appoggiata dall’Arabia Saudita, i colloqui dovrebbero svolgersi con buone probabilità. Nella prima sessione le delegazioni verranno separate in stanze diverse all’interno della sede dell’Onu a Ginevra, e Volker Perthes, direttore dell’Istituto tedesco per gli Affari Internazionali e di Sicurezza, farà da intermediario.
Soltanto in un secondo momento queste verranno messe una di fronte all’altra per parlare di soluzioni concrete. La strada sembra ancora molto lunga, a determinare l’evoluzione del conflitto sarà per ora il campo di battaglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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