Guerra in Ucraina

"Ricchi grazie a Putin": perché gli oligarchi non tradiscono lo Zar

A parte il tentativo di Abramovich fallito sul nascere, gli oligarchi russi non osano convincere Putin a desistere da una guerra assurda e inutile: ecco quali sono i reali motivi

"Ricchi grazie a Putin": perché gli oligarchi non tradiscono lo Zar

Le sanzioni internazionali imposte al presidente russo Vladimir Putin gli fanno il solletico: non saranno quelle a porre fine al conflitto, non in questo momento. Discorso diverso, perché certamente più efficaci, sono le sanzioni contro gli oligarchi russi nell'orbita dello zar, i quali potrebbero esercitare pressioni su Putin affinché cambi rotta sulla guerra in Ucraina. E invece non lo fanno. Anzi, chi si è azzardato a provarsi a sedere a un tavolo per negoziare, Abramovich, ha fatto la fine che ha fatto (sospetto avvelenamento). Secondo William F. Browder, finanziere e attivista politico britannico di origine americana che in passato è stato il più grande investitore di portafoglio straniero in Russia, spiega molto chiaramente quali possono essere le ragioni.

"Ecco qual è la verità"

"Gli oligarchi tengono i suoi soldi. Quindi, quando vedi un oligarca del valore di 20 miliardi di dollari, 10 miliardi di dollari sono di Putin. Non può detenere denaro a proprio nome", spiega Browder al NewYorkTimes. Ecco perché il presidente russo deve dare a qualcuno i mezzi finanziari per agire. "Quando diciamo di voler sanzionare Putin, l'unico modo efficace per farlo è sanzionare gli oligarchi. E il motivo non è né per convincerlo a cambiare idea né per convincere gli oligarchi a rovesciarlo: è fondamentalmente per impedirgli di usare questi soldi per portare a termine questa guerra in futuro", sottolinea chiaramente.

La sudditanza degli oligarchi

Al giornalista che, quindi, gli domanda perché gli oligarchi non si oppongano al loro capo è molto semplice: qualsiasi oligarca che lo avesse fatto "sarebbe stato immediatamente arrestato, impoverito e ucciso". Gran parte della loro vasta ricchezza è detenuta per conto del signor Putin. "Loro sono ricchi con il permesso e il piacere di Vladimir Putin", i quali non sono uomini d'affari come intendiamo noi, e cioé inseriti in un sistema capitalista democratico: sono servi del Cremlino che, a sua volta, è una persona sola. In passato, Putin ha già impoverito e tolto tutto a persone a lui molto vicine "creando un'onda d'urto in tutta la comunità degli oligarchi. Nessuno di loro ha il coraggio di resistergli, in alcun modo o forma", si legge nel Messaggero. Ecco spiegato il segreto di Pulcinella: Putin continuasse a fare i suoi sporchi comodi che noi ce ne andiamo a svernare alle Maldive, a Dubai o altrove. Ma continuiano a navigare nel benessere.

"A Putin non interessa il loro pensiero"

Quando Putin è salito al potere nel 2000, ha modificato le regole del "Club degli oligarchi": "potevano continuare ad arricchirsi e ad ostentare le loro ricchezze in Costa Azzurra o nelle ville in Italia ma avrebbero servito Putin e lo stato russo". Ricchezza in cambio di protezione: un patto accettato praticamente da tutti. Diciamo che, pur con tutti i distinguo del caso, la parola più adatta potrebbe essere mafia russa, mafia russa d'elite. "A Putin non interessa ciò che dicono di lui gli oligarchi - ha aggiunto Browder al New York Times.

È chiaro: l'importante che gli facciano "gioco", come accade in questo momento storico.

Commenti