Il sistema anti-missile statunitense è stato progettato per fornire a Washington una capacità di attacco globale senza timore di ritorsioni. Questo a sua volta spinge la Russia gli altri paesi a costruire ed aggiornare le loro armi.
È quanto ha affermato il portavoce del Ministero della Difesa russo, il colonnello Aleksandr Emelyanov durante un briefing militare con la Cina tenuto a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
“L'ABM (Anti-Ballistic Missile) degli Stati Uniti serve da stimolo per migliorare le capacità di difesa ed attacco nel resto del mondo. E’ così che si innesta una nuova corsa agli armamenti. Il sistema di difesa missilistica è in realtà una componente cruciale del Prompt Global Strike di Washington che potrebbe colpire qualsiasi avversario degli Stati Uniti in ogni parte del mondo entro un’ora. Pertanto la distribuzione illimitata degli elementi del sistema globale di difesa missilistica statunitense è una minaccia per l'umanità ed è la sfida principale alla sicurezza globale. Gli Stati Uniti potrebbero lanciare un attacco devastante contro la Russia o le forze strategiche della Cina dalle loro postazioni di difesa in Europa, impedendo qualsiasi tipo di rappresaglia. Washington cerca di interrompere l'equilibrio esistente e di conseguire una dominanza strategica globale. Una ulteriore espansione del sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti rappresenta un grave pericolo per la sicurezza internazionale, poiché manca proprio della sua componente di difesa. Gli Stati Uniti continuano a disinformare la comunità internazionale sulle vere capacità degli intercettori, fornendo valutazioni esplicitamente irrealistiche ed informazioni ingannevoli sul loro vero potenziale. Quel sistema è progettato per difendere il territorio americano ed i suoi interessi, mentre i paesi che ospitano l’ABM sono soltanto degli ostaggi della politica statunitense. Entro il 2022 potrebbero essere mille gli intercettori americani. Tale numero costituisce una minaccia per la capacità deterrente della Russia, soprattutto tenendo conto dei lavori in corso per migliorare i propri sistemi di difesa missilistica”.
Secondo i dati emersi durante il briefing militare russo-cinese, la difesa missilistica degli Stati Uniti comprende 30 intercettori basati sul terreno (GBI), 130 missili SM-3 e 150 complessi di difesa missilistica. Secondo la Russia, Washington ha schierato 60 intercettori in Europa e altri 150 al Pacifico.
“La Cina è consapevole del suo svantaggio in termini di capacità strategiche e sviluppo tecnologico in questa fase ed avrà bisogno di tempo per colmare il divario”.
Lo scudo antimissile USA/NATO
La Russia ha ripetutamente espresso preoccupazione per l'istituzione del sistema di difesa degli Stati Uniti in Europa. Le postazioni di fuoco europee dello Scudo Spaziale USA/NATO sono in Polonia ed in Romania.
Il sito Deveselu in Romania ospita una batteria di intercettori cinetici SM-3 Block IB. Il sito, su una superficie di 175 ettari, comprende una stazione radar, un centro di controllo operativo ed, ovviamente, i missili intercettori. I lavori sul sito di Redzikowo, in Polonia, sono iniziati nel maggio dello scorso anno. Il sito polacco sarà il primo ad essere equipaggiato con il missile intercettore SM-3 Block IIA. Rispetto al missile SM-3 IB attivo in Romania, è molto più veloce e possiede una maggiore gittata. Il Mar Mediterraneo (così come il Mar Adriatico e Ionio) rappresenta il fulcro delle capacità offensive dello scudo con rotazione costante dal 2011 di incrociatori lanciamissili classe Ticonderoga e Arleigh Burke. Le due stazioni di allarme precoce sono schierate presso la stazione della RAF di Fylingdales ed in Turchia. La stazione mobile AN/TPY (Army Navy / Transportable Radar Surveillance) è schierata presso la base Kürecik, in Turchia, dal gennaio del 2012.
Cosa teme la Russia
Secondo Mosca lo scudo europeo sarebbe in grado di sconvolgere la stabilità strategica. Non si tratterebbe di un sistema difensivo, ma parte di un asset nucleare strategico avanzato in Europa orientale. La piattaforma Aegis Ashore si basa sul Vertical Launching System MK-41, sistema universale di fuoco rapido contro le minacce ostili. E’ una piattaforma standard in grado di lanciare svariati vettori, compresi i missili da crociera (quindi non solo intercettori di difesa SM-3). Secondo Mosca questa è una chiara violazione del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF). Mosca teme che gli Stati Uniti possano utilizzare questi lanciatori per i missili da crociera a raggio intermedio, considerando che possiedono la capacità per tale categoria di sistemi missilistici. Lanciando dalla Polonia e dalla Romania, i missili potrebbero colpire alcuni dei principali obiettivi sensibili in territorio russo. La Russia, infine, teme particolarmente il programma Prompt Global Strike in fase di sviluppo negli Stati Uniti. Si tratta di un sistema d’arma convenzionale in grado di colpire obiettivi in tutto il mondo in meno di un'ora con precisione micidiale. Anche se la strategia adottata dagli Stati Uniti nel programma Prompt Global Strike si basa su armi convenzionali, il Trattato INF vieta lo sviluppo di missili con una gittata compresa tra i 500 ed i 5500km.
Cosa teme la NATO
I russi sono stati accusati di aver violato il Trattato INF siglato nel 1987 schierando battaglioni SSC-8 nella regione di Kapustin Yar. Ciò che spaventa più la NATO è che Mosca possiede missili a raggio intermedio su imbarcazioni da guerra, così come dimostrato a più riprese durante gli attacchi contro le postazioni dello Stato islamico in Siria. Tradotto significa che dal Mar Caspio, i paesi della NATO potrebbero essere colpiti in caso di escalation militare direttamente dal mare con testate convenzionali e non.
La difesa missilistica USA
La difesa missilistica statunitense è strutturata su una rete globale di sensori per individuare e tracciare qualsiasi lancio contro obiettivi americani. La copertura si basa su diversi siti sparsi per il mondo e nello spazio. La costellazione satellitare Usa è progettata per essere ridondante a diverse altitudini e per garantire finestre di lancio utili anche dopo aver subito un devastante attacco preventivo. Maggiore è la distanza dei satelliti da colpire, minore sarà il tempo necessario per rilevare gli intercettori che sarebbero monitorati già nelle fasi di spinta, scatenando una rappresaglia.
La rete in orbita è composta dalle costellazioni del Defense Support Program e Space Based Infrared System. Il radar SBX-1 a banda X è solitamente rischierato a Pearl Harbor, nelle Hawaii. Diversi i radar di allerta precoce sono collocati in Alaska, Groenlandia, Gran Bretagna, Qatar, Taiwan e Giappone (attivi due sistemi radar AN-TPY-2 presso il sito di comunicazione Kyogamisaki nella prefettura di Kyoto ed il secondo, Shariki, nella prefettura di Aomori). La griglia di allerta su basa sui radar SPY-1 dei vettori Aegis sparsi nel globo. Tutti i dati sono gestiti dal sistema centrale di controllo presso la Schriever Air Force Base. Dal 2004, il territorio americano affida la sua difesa al sistema Ground-based Midcourse Defense, progettato per intercettare missili balistici a lungo raggio in entrata. I trentasei missili intercettori sono schierati a Fort Greeley, in Alaska e presso la Vandenberg Air Force Base, in California. L'ex presidente Barack Obama ha ordinato alla Missile Defense Agency di portare a 44 le postazioni GMD entro l’anno (40 in Alaska e 4 in California). Gli intercettori si basano sull’Exoatmospheric Kill Vehicle, sistema cinetico di rilascio che utilizza i dati di orientamento e sensori di bordo per identificare e distruggere un missile in arrivo nello spazio. Gli intercettori a tre stadi sono progettati per distruggere i missili con l’energia cinetica da impatto. Entro il 2020 le postazioni GMD potrebbero essere cento. Contro un ICBM si lanciano dai quattro ai sei intercettori cineti. Le probabilità di successo del Ground-based Midcourse Defense contro un solo ICBM sono del 50%.
Distruzione mutua assicurata a rischio?
Secondo Alexander Yemelyanov, portavoce del Ministero della Difesa russo Alexander Yemelyanov, “la griglia radar degli Stati Uniti è in grado di rilevare e tracciare tutte le possibili traiettorie dei missili balistici russi lanciati verso il territorio USA”. E’ certamente vero. Qualsiasi tipo di attacco contro gli Stati Uniti non giungerebbe all’improvviso. Migliaia di testate statunitensi sarebbero già in volo ancor prima che il suolo USA venisse colpito. Tuttavia la frase di Yemelyanov, “lo scudo americano è in grado di intercettare i missili balistici intercontinentali russi” è a dir poco irrealistica. Mosca è pienamente consapevole che non esiste uno scudo di difesa antimissile in grado di azzerare una minaccia stratificata di proiezione lanciata da una potenza nucleare. Ed è un dato inconfutabile. Lo scudo USA non è assolutamente concepito per contrastare le forze strategiche stabilite come Russia e Cina. Nella remota ipotesi che si verificasse uno scenario da giorno del giudizio, lanci multipli in First e Second strike di missili balistici intercontinentali equipaggiati con testate Marv, gli Stati Uniti non sarebbero in grado di difendere il territorio americano. Il concetto della Distruzione Mutua Assicurata si basa su un arsenale in grado di scongiurare qualsiasi ricorso al nucleare. Non è concepito, in linea teorica, per essere utilizzato per prevenire o durante un attacco convenzionale o in presenza di impiego di armi chimiche e biologiche sul campo. Mosca, nella sua nuova dottrina militare, prevede l’impiego di testate nucleari qualora la sconfitta, in uno scenario convenzionale, fosse certa. La dottrina strategica russa prevede anche il ricorso preventivo al nucleare per compensare le forze convenzionali superiori del nemico. La strategia di de-escalation, comporterebbe una risposta statunitense su larga scala in Second strike. Il Presidente degli Stati Uniti, come parte vitale della deterrenza nucleare Usa, può autorizzare senza la dichiarazione di guerra del Congresso un attacco preventivo (First Strike) e di rappresaglia (Second strike) in risposta alla rilevazione di testate nucleari nemiche in volo.
La vulnerabilità teorica di rispondere ad un attacco preventivo
Mosca teme la vulnerabilità teorica della sua capacità di rappresaglia completamente assicurata (raggiunta da Pechino con sistemi di ultima generazione come i DF-31 e JL-2).
E’ un modello prettamente teorico collegato alla remota prospettiva di utilizzare asset nucleari. Tuttavia la vulnerabilità teorica di rispondere ad un attacco preventivo, intacca la capacità politica e la libertà di agire in modo indipendente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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