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San Pietroburgo, l'attentatore non sapeva di essere una "bomba umana"

Secondo la ricostruzione fornita all'agenzia Interfax da una fonte vicina alle indagini, l'attentatore di San Pietroburgo, Akbarzhon Djalilov, non sapeva di essere un "kamikaze". L'ordigno sarebbe stato attivato a distanza da complici con una chiamata da cellulare

San Pietroburgo, l'attentatore non sapeva di essere una "bomba umana"

Akbarjon Djalilov, il 22enne che si è fatto esplodere su un vagone della metropolitana di San Pietroburgo, uccidendo 14 persone, potrebbe essere stato inconsapevole di essere un kamikaze.

È questa una delle piste che stanno seguendo gli inquirenti, stando alle dichiarazioni rilasciate all’agenzia di stampa russa Interfax da una fonte vicina alle indagini. Il compito di Djalilov, secondo la ricostruzione della fonte citata dall’agenzia russa, sarebbe stato, infatti, quello di “posizionare” gli ordigni nella metropolitana, per poi darsi alla fuga.

“Molti fattori suggeriscono che il presunto kamikaze, probabilmente, non aveva intenzione di farsi saltare in aria, ma che doveva piazzare due ordigni in due posti all’interno della metropolitana e fuggire”, ha dichiarato la fonte vicina agli investigatori. L’obiettivo, secondo la fonte di Interfax, era quello di fare più vittime possibile. Il piano, infatti, prevedeva l’esplosione di un primo ordigno, quello piazzato nel vagone e, successivamente, di un secondo ordigno, quello piazzato alla stazione. La seconda bomba, secondo il piano dei terroristi, avrebbe provocato, in questo modo, ancora più morti della prima perché, dopo la prima esplosione, si sarebbe scatenato il panico in tutte le stazioni della metropolitana.

I “complici” però, secondo la fonte di Interfax, avrebbero deciso di cambiare i programmi e di attivare a distanza l’ordigno, probabilmente attraverso una chiamata con un telefono cellulare, usando Djalilov, a sua insaputa, come una "bomba umana". A far propendere gli investigatori verso questa ipotesi sarebbe anche il profilo di Djalilov, che non corrisponderebbe a quello di un attentatore suicida "classico". “Il suo comportamento nell’ultimo periodo e il fatto che si fosse convertito all’Islam di recente, non rientra nello scenario di un attentato suicida”, ha affermato la fonte di Interfax. I kamikaze, al contrario, sostiene la fonte, “possiedono una preparazione lunga e specifica”.

Al momento non esiste una versione ufficiale definitiva su quanto accaduto a San Pietroburgo e non è ancora arrivata nessuna rivendicazione per l’attentato. Stamane tre persone, ritenute complici del presunto attentatore, il ventiduenne cittadino russo, originario del Kirghizistan, sono state arrestate dalla polizia russa. All’interno della loro abitazione è stato rinvenuto anche materiale per la fabbricazione di un ordigno, simile a quello usato nell’attentato di lunedì scorso.

Sono undici, finora, gli arresti, tra presunti complici e reclutatori di combattenti e terroristi per lo Stato Islamico, legati all’attentato nella metropolitana di San Pietroburgo.

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