Scienziati francesi avvertono: "La seconda ondata di Covid non sarà l'ultima"

Per contenere la seconda ondata di Covid e quelle successive, gli esperti francesi consigliano di seguire le strategie adottate in Asia e nel nord-Europa

Scienziati francesi avvertono: "La seconda ondata di Covid non sarà l'ultima"

Gli scienziati francesi hanno ultimamente messo in guardia il governo di Parigi riguardo alla possibilità che la seconda ondata di Covid, attualmente in corso nel Paese e in tutta Europa, non sarebbe affatto l’ultima, in quanto il virus potrebbe più e più volte riaffacciarsi nella quotidianità dei cittadini. A ventilare l’ipotesi delle ondate plurime di coronavirus è stato, nel dettaglio, il Consiglio scientifico nazionale, ossia l’organo preposto a fornire pareri all’esecutivo di Emmanuel Macron riguardo alle strategie da mettere in campo per contrastare l’epidemia. Per la precisione, il rapporto in cui si fa riferimento a tale scenario epidemiologico è datato lunedì 26 ottobre, ossia due giorni prima che l’Eliseo decretasse, proprio su sollecitazione dei medesimi accademici, una nuova chiusura del Paese, ma è stato pubblicato on-line solamente nel fine settimana appena trascorso.

Nella relazione citata, i luminari d’Oltralpe affermano appunto che la seconda ondata di Covid non sarà probabilmente l’ultima e che c’è motivo di temere "diverse ondate successive durante il tardo inverno" e anche durante la prossima primavera.

L’imprevedibilità della circolazione del virus, di conseguenza, induce gli esperti transalpini a rivolgere un forte avvertimento all’esecutivo Macron: “Ci aspettano quindi molti mesi con una situazione estremamente difficile”.

Dopo avere messo in guardia le autorità circa una probabile nuova serie di ondate dell’epidemia, il Consiglio scientifico prova a fornire una previsione in merito alla conclusione della seconda ondata di Covid che sta attualmente interessando la Francia e l’Europa: “Possiamo ipotizzare che si uscirà dalla seconda ondata alla fine dell'anno o all'inizio del 2021. Questo dovrebbe essere accompagnato da un ritorno della circolazione del virus a un livello molto controllato (da 5.000 a 8.000 nuove contaminazioni al giorno al massimo)”.

Tuttavia, i medesimi luminari, nel parere del 26 ottobre, chiariscono che la fine della seconda ondata di coronavirus dipenderà in maniera decisiva dalla condotta dei singoli, non solo quindi dalle eventuali mutazioni del morbo o dalle restrizioni varate dai governanti: “È molto difficile prevedere quanto durerà la seconda ondata, in quanto dipende dal virus stesso, dal suo ambiente climatico, dalle misure che saranno adottate per limitare la circolazione del virus, dalla loro accettazione e quindi dal loro impatto”.

Oltre ad avvisare le autorità in merito a nuove ondate di Covid, destinate a verificarsi fino allo sviluppo di vaccini e cure efficaci, il medesimo organo consultivo indica anche ai pubblici poteri delle strategie per convivere con il morbo per i mesi a venire.

Secondo gli esperti, tali strategie adatte a “soffocare la circolazione virale” e a tenere sotto controllo i contagi, ossia a tenerli sotto la soglia dei 5mila casi al giorno, sarebbero quelle seguite “da diversi Paesi dell’Asia, dalla Danimarca, dalla Finlandia e dalla Germania”.

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