Avere ucciso i genitori a coltellate, averne fatto a pezzi i corpi e, infine, avere provato a sciogliere nell’acido i resti dei cadaveri delle vittime della propria furia omicida. Il tutto con l’intento di intascarsi i soldi dell’assicurazione. Di tale crimine è attualmente accusato il 32enne americano Joel Guy Jr, a processo in Tennessee per omicidio di primo grado e di distruzione di cadavere. Il fatto di sangue risale a quattro anni fa, ma soltanto adesso, nel corso del dibattimento, stanno emergendo i particolari del piano delirante messo in atto dall’imputato. Gli agghiaccianti dettagli stanno appunto venendo rivelati grazie al fatto che la pubblica accusa ha sottoposto all’attenzione della Corte un diario, trovato in uno zaino che Joel avrebbe riposto al piano di sopra della villetta dei genitori. Dall’analisi del taccuino, gli inquirenti stanno, giorno dopo giorno, ricostruendo i vari tasselli della scena del crimine.
Dalle pagine del documento incriminato, risulta che l’assassinio sarebbe stato perpetrato il 28 novembre 2016. In base ai particolari inquietanti messi nero su bianco da Joel, egli, recatosi in quel giorno in visita presso l’abitazione dei genitori, avrebbe maturato l’intenzione di uccidere i familiari, il 61enne Joel Michael Guy Sr e la 55enne Lisa Guy, appena questi avevano minacciato allora di non pagargli più gli studi in chirurgia plastica presso la Louisiana State University, dato che il giovane stentava a sostenere i vari esami. Alla minaccia dei genitori di non mantenerlo più, l’imputato avrebbe preso ad accoltellare il padre e la madre, colpendo il primo con 42 fendenti e la seconda con 31.
Nel medesimo taccuino sottoposto oggi all’attenzione dei magistrati, Joel, nelle pagine inerenti ai momenti successivi alla strage, manifestava l’intenzione di fare sparire i due cadaveri e di incassare i 500mila dollari dell’assicurazione sulla vita della madre.
In quelle pagine, egli delinea la procedura a suo giudizio ideale per non lasciare traccia dei corpi senza vita: scioglierli nell’acido. Dopo avere fatto a pezzi i cadaveri, l’imputato avrebbe infatti cercato di immergere i resti umani in delle bacinelle riempite con dei solventi.
Le fasi di tale tentativo di cancellazione delle tracce del suo crimine sono descritte nel diario citato all’interno di veri e propri “elenchi di accorgimenti”, con le seguenti raccapriccianti parole: “Inzuppare i resti nella candeggina. Sciacquare i resti nel water, non smaltirli nei rifiuti. Non è necessario sbarazzarsi del corpo se non ci sono prove forensi”.
Nelle stesse pagine, Joel manifesta quindi l’intenzione di intascarsi i soldi dell’assicurazione della madre: “500mila dollari saranno tutti miei”.
L’autenticità dell’agghiacciante taccuino, considerato dalla pubblica accusa come la prova schiacciante della colpevolezza dell’imputato, è stata però in questi giorni ripetutamente contestata dagli avvocati del presunto assassino. A detta di questi ultimi, sulle pagine del diario non sarebbe stata trovata alcuna traccia di Dna o di impronte digitali del loro assistito. Gli inquirenti hanno però replicato rimarcando che, nel documento incriminato, ci sono scritte informazioni che solo Joel avrebbe potuto sapere, come i dettagli della polizza di assicurazione sulla vita di sua madre.
Il tentativo degli avvocati dell’imputato di farlo scampare a una dura condanna stanno però venendo vanificati dal fatto che proprio Joel ha più volte ammesso apertamente la propria colpevolezza, chiedendo contestualmente alla Corte del Tennessee di essere condannato a morte.
Tuttavia, il desiderio del presunto omicida non potrà, per il momento, essere esaudito dal tribunale, dato che, nell’attuale legislazione penale di quello Stato Usa, non è contemplata la pena capitale, ma “soltanto” l’ergastolo.
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