Prima Parigi, poi Bruxelles. In futuro non si sa quale città d'Europa sarà presa di mira dall'odio islamista. Quel che è certo è che i servizi segreti dello Stato islamico organizzeranno presto un nuovo attacco sul suolo europeo. Il Califfo Abu Bakr al Baghdadi può contare su 1.500 uomini selezionati, la maggior parte foreign fighter provenienti dal Vecchio Continente, per farci più male. "Ci sono i foreigh fighter di ritorno, e i combattenti inviati come profughi in Europa, mischiati nelle rotte della disperazione - spiega Abu Zalah, operativo degli 007 di Hezbollah specializzato nei flussi dei jihadisti - sono cellule a grappolo, in gruppi di cinque nella stessa zona, nessuno conosce l’altro, ma si attivano a un comando".
"Nell’autunno del 2015 - raccontano di disertori e islamisti catturati - l'Isis ha inviato in Europa sessanta foreign fighter guidati da Abdelhamid Abaaoud, con il compito di portare il terrore in Francia, Belgio e Gran Bretagna". Di questi, secondo fonti della Stampa, almeno venti sono ancora in circolazione. "La colonna è organizzata in cellule semi-autonome, o dissociate in grado di continuare a colpire anche se una viene neutralizzata - spiegano Francesco Semprini e Giordano Stabile - i kamikaze sono sorvegliati da 'coordinatori' pronti a farli saltare a distanza se hanno esitazioni". Le operazione vengono coordinate dall'Amn al Kahrji, il Dipartimento di sicurezza esterno che fino allo scorso novembre era guidato da Abu Rahman al Tunisi. Spettava a luila gestione del "trasferimento di informazioni, persone, finanziamenti e armi". Era lui, insomma, l’ufficiale esecutore degli attacchi in Occidente. Dopo la strage di Parigi Abu Rahman al Tunisi è stato individuato ed è stato eliminato in un raid aereo degli Stati Uniti. A Raqqa, a preparare gli attentati insieme ad Abdelhamid Abaaoud e Salah Abdeslam, c’erano poi Charaffe al-Mouadan e Abdul Qader Hakim, entrambi rimasti uccisi dai raid americani. Ad Abu Khaled, un siriano di Aleppo, spettava invece il compito di addestrare i foreign fighter nei campi siriani.
I foreign fighter che vengono formati per colpire in Europa si addestrano in campi speciali. Iniziano alle 5 e 30 del mattino e finiscono solo quando è sera. "Ogni combattente inviato in Europa - racconta Nicolas Moreau, uforeign fighter fermato in Francia - riceve 50mila euro". Per raggiungere il Vecchio Continente il contingente arruolato da Abaaoud, che conta una sessantina di tagliagole, segue la rotta balcanica mischiandosi tra gli immigrati che dalla Siria cercavano di raggiungere l'Europa. Una volta arrivato, colpisce. Il 13 novembre tocca a Parigi. "La colonna non opera in blocco, ma in cellule - spiegano Semnprini e Stabile sulla Stampa - ognuna ha un compito preciso, attacco, ripiegamento, copertura e staffetta". E, sebbene Abaaoud muoia nel blitz di Saint-Denis, il contingente continua a operare, "grazie alle cellule dissociate".
Accanto ai miliziani pronti a farsi saltare in aria ci sono poi i coordinatori e le cerniere tra cellule. Al primo "gruppo" appartiene per esempio Faycal Cheffou, l'"uomo col cappello" che ha accompagnato il commando all'aeroporto "Zaventem" di Bruxelles. "Si muove autonomamente, non si deve far esplodere in aria, forse porta armi – spiegano alla Stampa fonti di intelligence europea – controlla che tutto vada bene". In caso di malfunzionamento dell'ordigno principale, Cheffou ha un secondo innesco per far esplodere le bombe dei kamikaze.
Sono, invece, considerato una cerniera tra il gruppo di fuoco di Parigi e la cellula di Bruxelles Mohamed Belkaid, l’algerino ammazzato durante il blitz in cui è stato catturato Salah Abdeslam, e Laachroui Najim, l'"affittacamere" di Molenbeek amico di Salah.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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