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Si inietta infuso anti-depressione: si ritrova con funghi che si nutrono del suo corpo

Dopo l’inoculazione dell’infuso a base di funghi allucinogeni, l’uomo ha accusato vari sintomi, fino a dovere essere ricoverato in ospedale

Si inietta infuso anti-depressione: si ritrova con funghi che si nutrono del suo corpo

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Si inietta infuso anti-depressione: si ritrova con funghi che si nutrono del suo corpo

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Dagli Stati Uniti arriva la notizia di un 30enne che, per guarire dalla depressione, ha deciso di inocularsi per via endovenosa un infuso a base di funghi allucinogeni, scatenando nel suo corpo pericolosi effetti, potenzialmente letali, in seguito alla somministrazione dell’intruglio. La vicenda in questione è stata descritta in un rapporto medico pubblicato il 22 dicembre a cura dell’Academy of Consultation-Liaison Psychiatry, associazione di psichiatri americani impegnati nel dare sollievo ai soggetti affetti da disturbi mentali. Il soggetto a cui si riferiscono le pagine del documento è coperto da anonimato e, in particolare, a destare scalpore è il fatto che egli, dopo essersi iniettato quel liquido, si sarebbe ritrovato con i funghi che “proliferavano” nel suo corpo.

Il 30enne oggetto della vicenda e dello studio clinico era affetto da sindrome bipolare e cercava un rimedio contro la rispettiva patologia psichica. Così, dopo avere letto alcuni studi che indicavano i funghi allucinogeni e l'LSD come utili nel trattamento di quella malattia, decideva di bollire dei funghi contenenti psilocibina, sostanza psichedelica, per poi filtrare l’infuso risultante utilizzando un batuffolo di cotone. Egli provvedeva quindi a iniettarselo direttamente nelle vene. Anziché guarire dalla depressione, l’uomo, in seguito all’inoculazione, avrebbe cominciato a sviluppare numerosi problemi di salute.

Nei giorni successivi alla “terapia” da lui ideata, il 30enne iniziava infatti a soffrire di sintomi quali letargia, ittero, diarrea, nausea e vomito con sangue. I sintomi stavano lentamente consumando il fisico e la lucidità del soggetto, fino a quando i suoi parenti non lo trovavano in casa in uno stato di disorientamento. Questi, di conseguenza, lo portavano d’urgenza in ospedale, dove sarebbe stato ricoverato per 22 giorni, otto dei quali trascorsi nel reparto di terapia intensiva.

Per scoprire cosa avesse ridotto il paziente in quelle condizioni, i medici della struttura conducevano allora varie analisi, per poi scoprire che il malcapitato aveva sviluppato un'infezione batterica e fungina pericolosa, poiché i funghi da lui iniettati si stavano nutrendo del sangue dell’individuo e stavano crescendo nel suo corpo.

Il personale dell’ospedale decideva così di sottoporre il 30enne a un trattamento intensivo di antibiotici e antimicotici, e, grazie alla cusa n questione, il paziente si sarebbe fortunatamente ristabilito.

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