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"Si sente donna ma è un uomo" Ira delle femministe contro il deputato trans

In Germania fa discutere il caso di Tessa Ganserer, uno dei primi parlamentari trans ad essere eletti al Bundestag. L'accusa delle femministe: "Fisicamente e legalmente è un uomo, così saltano le quote rosa"

Si sente donna ma all'anagrafe è un uomo. Ira delle femministe tedesche per il deputato trans

"Nel concetto di donna rientra chiunque si definisca tale". È in base a questo assunto, contenuto nel regolamento sulle quote rosa dei Verdi tedeschi, che Tessa Ganserer, al secolo Markus, ha potuto occupare un seggio riservato alle donne in parlamento. Il caso della deputata "transidente", la prima assieme ad un’altra trans, Nyke Slawik, ad essere eletta al Bundestag, non è passato inosservato, anzi. L’attivista Hilde Schwathe, a capo di un gruppo di femministe tedesche, ha presentato un ricorso per chiedere la revoca del mandato sollevando la questione dell’autodeterminazione sessuale.

Il punto, sostengono le donne che hanno dato vita all’iniziativa "Geschlecht zählt", "il genere conta", è che Tessa Ganserer è "fisicamente e legalmente un uomo". La deputata trans si definisce donna ma non è operata, ed ha mantenuto le sue generalità maschili all’anagrafe per protesta contro l’attuale legge tedesca sul cambio di sesso, considerata troppo restrittiva. In più Ganserer è sposata con una donna, l’attivista verde Ines Eichmüller, e ha due figli. "Eppure, - si legge nel sito dedicato alla battaglia per le quote rosa – ha potuto correre in Baviera per un seggio che, stando allo statuto interno dei Verdi, sarebbe dovuto spettare ad una donna, e ora è considerato tra i membri femminili del parlamento".

In questo modo, osservano ancora le femministe, le regole sul genere interne al partito vengono traslate nelle istituzioni in violazione delle regole democratiche. "Se Markus Ganserer non fosse stato messo nella lista riservata alle donne, non sarebbe stato lui, ma una donna ad essere eletta al Bundestag", osservano le femministe, che chiedono a gran voce la revoca del seggio parlando di "frode elettorale". Le attiviste accusano i Verdi di voler introdurre in Parlamento il concetto di autodeterminazione di genere senza alcun fondamento giuridico.

"L’autodeterminazione di sé è l’elemento centrale del Self-Id Act – ricordano le femministe – che è stato bocciato dal Bundestag nel maggio del 2021. La legge attuale prevede che il sesso legale di una persona può essere cambiato soltanto in accordo con i dettami del Transsexual Act e stando alle dichiarazioni pubbliche di Markus Ganserer lui non ha alcuna intenzione di adeguarsi alla legislazione corrente". Con l’elezione dell’ex forestale di Norimberga, quindi, obiettano le animatrici dell’iniziativa anti-gender, "i risultati delle elezioni e le statistiche sulle quote rosa in parlamento risultano falsate".

Le accuse sono state rispedite al mittente dai Verdi, che a loro volta accusano le femministe di voler discriminare i trans. Ricarda Lang, da poco eletta co-presidente del partito, su Twitter si dichiara "felice di avere con Tessa Ganserer nel nostro gruppo parlamentare una donna intelligente, esperta di ambiente e traffico e una voce importante per una società diversa". Ed è la diretta interessata a chiarire che: "Un pene non è di per sé un organo sessuale maschile". Il dibattito, in realtà, è più complicato, e da metà gennaio trova ampio spazio sui giornali tedeschi e sui social, dove ci si interroga sul caso Ganserer ed in generale sull’opportunità e le implicazioni di potersi definire liberamente a prescindere dal proprio sesso biologico.

Nelle prossime settimane, come ricorda Il Foglio, si dovrebbe discutere al Bundestag la nuova "legge sull’autodeterminazione". Complice lo sbilanciamento a sinistra rispetto al precedente esecutivo a guida Cdu-Spd, le priorità messe nero su bianco nel contratto di coalizione tra Socialdemocratici, Verdi e Liberali includono anche i diritti delle famiglie arcobaleno e la lotta alle discriminazioni. Tanto che tra i primi atti del governo c'è stato quello di inaugurare la figura del portavoce per i diritti degli omosessuali, nominando il deputato Sven Lehmann, "commissario per le politiche Queer".

Tra le proposte più discusse contenute nel disegno di legge proposto dai Verdi, c’è quella di permettere agli adolescenti e i ragazzi di potersi presentare davanti al giudice dei minori per farsi autorizzare un intervento per il cambio di sesso, anche qualora la famiglia fosse contraria.

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