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Sul Sinai ora cede anche la Russia. "Esplosivo sull'aereo. È terrorismo"

I servizi segreti confermano: l'Airbus è caduto, ma non è stato un incidente. Putin promette: "Intensificheremo i raid"

Sul Sinai ora cede anche la Russia. "Esplosivo sull'aereo. È terrorismo"

Fino a oggi la posizione di Mosca sull'aereo caduto nel Sinai, un fatto rivendicato come attentato dalla "Provincia" egiziana del sedicente Stato islamico, era stata di estrema cautela. Se i russi - non da soli - avevano fermato i voli verso Sharm el-Sheikh e poi quelli della EgyptAir verso i propri scali, segnale che i timori erano condivisi nonostante le dichiarazioni ufficiali, ora i dubbi lasciano spazio a una certezza: quell'Airbus non è caduto a causa di un incidente.

Sono i servizi segreti russi a fugare qualsiasi cautela. La catastrofe del Sinai, in cui sono morte 224 persone, è stato un attentato terroristico. Il numero uno del Fsb, Aleksandr Bortnikov, lo ha detto questa mattina al presidente Vladimir Putin. A bordo dell'aereo della Metrojet sono state trovate tracce di esplosivo. I frammenti analizzati parlano di una bomba con una potenza equiparabile a quella di un chilo di tritolo.

È Putin stesso a confermare pubblicamente le informazioni dei servizi, esortando "tutti i servizi speciali" a indagare e trovare i responsabili. La rivendicazione parla di un colpo messo a segno dai jihadisti del Sinai, ma non è chiaro - e forse neppure probabile - che abbiano agito da soli, senza contatti con la "struttura centrale" dell'Isis.

Una delle piste più plausibili è quella di uno o più complici nell'aeroporto di Sharm el-Sheikh. Un'ipotesi su cui stanno lavorando anche gli egiziani. Poca chiarezza sul presunto arresto di due dipendenti, accusati di "aver aiutato chiunque abbia piazzato la bomba". Il ministero al momento sembra smentire e un funzionario ribadisce anche che gli inquirenti non hanno prove che vadano nella direzione di un attentato all'Airbus.

Se gli attacchi contro le forze di sicurezza egiziane sono ormai all'ordine nel giorno, soprattutto nel triangolo costituito da Sheikh Zuweid, Rafah ed el-Arish, poco lontano dal confine con la Striscia di Gaza, finora ai jihadisti del Sinai non è mai riuscita un'operazione di questa portata.

Dal canto suo, la Russia promette 50 milioni di dollari per chi fornisca informazioni che portino all'arresto dei responsabili, cinque volte la taglia sulla testa di al-Baghdadi. "Intensificheremo i raid - annuncia Putin -, affinché i criminali capiscano che il castigo è inevitabile".

@ACortellari

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