Pur flebile, un segnale di speranza c'è. È quello che arriva da Londra, dove il segretario di Stato americano John Kerry ha anticipato che il presidente Obama "ritiene che tenere colloqui militari con la Russia sulla situazione in Siria sia un passo molto importante e ha espresso la speranza che si tengano presto."
È il sigillo ufficiale del placet americano alle aperture russe, ribadite oggi dal ministero degli Esteri di Mosca. La portavoce Maria Zakharova, infatti, nel pomeriggio ha spiegato come il Cremlino "non abbia mai evitato il dialogo con gli Stati Uniti", dicendosi pronto a "discutere tutte le questioni di interesse comune, compresa la Siria".
Nonostante oggi l'ambasciata Usa a Damasco abbia duramente condannato in una nota i raid aerei del regime di Assad, in cui avrebbero trovato la morte oltre sessanta civili, il barometro dei rapporti tra Mosca e Washington pare, almeno per il momento, volgere al bello. I ministeri della Difesa dei due Paesi hanno avviato contatti per affrontare insieme il nodo siriano e i russi, al termine di una telefonata di quasi un'ora, hanno fatto sapere che si è stabilita una "sostanziale convergenza" tra le due parti. Il Pentagono ha poi confermato parlando di "discussione costruttiva". L'ultimo colloquio diretto tra due funzionari russi e americani risaliva all'agosto 2014.
Dalla Siria, nel frattempo, fonti d'agenzia vicine al governo siriano hanno confermato che il regime di Assad avrebbe accettato di "andare avanti" con il piano dell'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, per mettere fine alla guerra.
Proprio il futuro del regime di Assad, tuttavia, rimane il principale nodo da sciogliere nelle relazioni russo-americane. Che però, almeno oggi, sembrano orientate verso una sostanziale convergenza diretta a risolvere in modo pacifico il conflitto siriano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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