"Solo i russi combattono seriamente l'Isis in Siria"

Boulos Safar, vescovo della Chiesa Siriaca Ortodossa di Antiochia: "La gente si sente più sicura. Hanno più fiducia nei russi che negli americani perché hanno visto un vero cambiamento"

"Solo i russi combattono seriamente l'Isis in Siria"

Questa intervista nasce da un incontro, in Libano, al confine con la Siria, con sua eminenza Boulos Safar, vescovo della Chiesa Siriaca Ortodossa di Antiochia. Antica chiesa orientale che utilizza come lingua liturgica il siriaco, un idioma appartenente all'aramaico. A capo della Chiesa è il Patriarca siriaco ortodosso di Antiochia, con sede a Damasco.

Cosa è cambiato in Siria dopo l'arrivo dei russi?

L'intervento dei russi è arrivato dopo i bombardamenti di tanti altri paesi, tra qui gli Stati Uniti. Fino a oggi la guerra contro l'Isis era a bassissima intensità e si parlava di anni per poterla sconfiggere. Questo nonostante i combattenti dell'Isis siano poche migliaia di persone. Fatto che mostra come gli americani non avessero una vera voglia di sconfiggerli. Inoltre l'Isis vende il suo petrolio senza grossi problemi ai turchi che fanno parte della Nato. I russi invece sembrano molto più seri nel volerla sconfiggere.

Cosa ne pensa della vicinanza degli Stati Uniti e dell'Europa all'Arabia Saudita e alla Turchia?

L'Europa è una cosa, Washington un'altra. l'America è lontana e ha la possibilità di scegliere quali immigrati mediorientali possono entrare nel paese e quali no. In Europa questo non si può fare. L'interesse europeo e quello americano sono differenti. Entrambi però utilizzano comunque un doppio standard perché palrano di diritti umani e poi sono alleati di paesi come l'Arabia Saudita, che non solo non li rispetta, ma è implicata in mille guerre e nel finanziamento del movimento religioso radicale wahabita in tutto il mondo. Anche la Turchia, che è nella Nato, poi fa entrare in Siria i foreigns fighters e compra il petrolio dall'Isis. I politici europei non vogliono capire che mentre loro scelgono gli alleati sbagliati, il terrorismo è già in casa loro.

La sicurezza in Siria per le comunità cristiane è migliorata con l'arrivo di Mosca?

Nella parte controllata dal governo siriano di Assad i problemi di sicurezza sono minori di prima. Nelle parti controllate dall'Isis non ci sono più cristiani vivi. I pochi rimasti sono donne e bambini schiavizzati. Purtroppo non credo ci siano speranze di rivederli vivi. In generale Il trenta per cento dei cristiani ha lasciato la Siria e sono andati in Europa, America e Canada. Purtroppo torneranno solamente le persone sopra i 40 anni, perché per loro sarà più difficile imparare nuove lingue e abituarsi a nuove culture. Tragicamente non torneranno i giovani che invece pensano al loro benessere culturale ed economico e non sentono il peso del rischio della scomparsa delle comunità cristiane siriane. Inoltre l'obbligo di prestare il servizio militare al fronte fa fuggire la maggioranza dei giovani siriani di tutte le fedi.

Ci sono religiosi sunniti che dialogano con gli alawiti e i cristiani, anche per evitare la disgregazione della Siria in futuro?

Non tutti i sunniti sono contro il governo siriano, basti vedere la situazione di Aleppo, dove una parte della comunità sunnita è vicina al esecutivo ufficiale e altri stanno o con l'Isis o con altri gruppi ribelli. La maggior parte dei sunniti non è a favore della guerra. Ci sono anche dei religiosi sunniti che hanno capito che turchi e sauditi fanno i loro interessi e non quelli della Siria.

La Siria è il campo di battaglia di una guerra più grande in cui vi sono anche interessi dell'Arabia Saudita e della Turchia per allontanare la Siria dall'Iran?

I sauditi e i turchi hanno voluto sicuramente giocare sulle differenze religiose per creare tensioni che indebolissero il governo di Damasco.

Se l'Isis perdesse come recuperare la fiducia tra sunniti e gli alawiti?

Credo che sia molto presto per parlarne, ma posso dire che quella parte del mondo sunnita che ha appoggiato le proteste e che, ora vive sotto le zone controllate dall'Isis, abbia capito l'errore gigantesco che ha fatto. Nel paese ci sono poi anche dei religiosi sunniti che hanno compreso che turchi e sauditi fanno i loro interessi e non quelli della Siria.

Cosa pensa della volontà della comunità internazionale di fare dimettere Bashar al Assad?

Non è vero che il problema è il presidente Assad, perché lui rappresenta un'ideologia molto diffusa tra i siriani.

I turchi o i sauditi hanno mai garantito, in caso di vittoria delle forze di opposizione da loro finanziate in Siria, che avrebbero protetto gli alawiti, gli sciiti e i cristiani, garantendogli un futuro nel paese?

Mai, non abbiamo nessuna fiducia in loro.

Com'è cambiata la situazione nella vita quotidiana per la popolazione dopo l'arrivo dei russi?

E' ancora presto perché cambi qualcosa nella vita di tutti i giorni, ma il fronte di guerra si è sicuramente allontanato di molto, facendo diminuire così i pericoli per la popolazione. La gente si sente più sicura. Hanno più fiducia nei russi che negli americani perché hanno visto un vero cambiamento.

Cosa ne pensa dell'uccisione dell'Imam Sciita Al Nimr?

L'uccisione del religioso sciita da parte dei sauditi non farà altro che allungare la guerra siriana creando nuove tensioni religiose. I paesi, come l'Arabia Saudita, che hanno finanziato le sommosse in Siria pensavano di ottenere il loro scopo in pochi mesi, ma poi le cose non sono andate come volevano. Io poi ho molti dubbi che la comunità internazionale e gli Stati Uniti vogliano davvero fare qualcosa per porre fine a questa guerra. La soluzione all'estremismo religioso sarà molta lunga, è da 40 anni che si finanziano movimenti estremisti. Prima i movimenti nazionalisti erano più forti di quelli religiosi. L'Occidente deve capire che è proprio la sua amica Arabia Saudita ad aver finanziato di più i movimenti islamisti che odiano ogni forma di diversità. Fino a quando si continuerà a comprare il petrolio da Riad i wahabiti continueranno a ricevere finanziamenti. Gli americani pensano solamente all'economia e ai loro interessi e stanno facendo un disastro.

I musulmani del settimo secolo non hanno distrutto Palmira, né ucciso i cristiani. Gli islamisti si sentono superiori perfino ai primi conquistatori e religiosi islamici?

Io spero che una volta interrotti i finanziamenti economici questi organizzazioni non avranno più possibilità di mettere radici tra i sunniti. Ci sono dei gruppi che già si ribellano a questo estremismo religioso, ma sono ancora piccoli e non hanno appoggio economico. Ci sono troppi poveri tra i sunniti perché possano capire.

Cosa possono fare le religioni?

I musulmani devono affrontare questa situazione perché è una loro crisi interna tra moderati ed islamisti. É il loro problema prima di essere un problema internazionale.

Cosa possono fare gli europei?

Gli europei aiutino i cristiani in Siria non facendoli scappare, contattino le varie chiese siriane per capire come fare, ci sono luoghi dove si

possono costruire villaggi dove i cristiani possano vivere in sicurezza. C'e' tanta gente che rimarebbe se solo avesse i soldi per costruire vilaggi nelle zone tranquille. Costerebbe mille volte meno che farli venire in Europa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica