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"Mi hanno sfruttata per sesso": le accuse choc della nuova testimone nel caso Epstein-Maxwell

L’artista Rina Oh, accusata da Virginia Giuffre di essere una procacciatrice di ragazze, sostiene di essere una vittima del duo Epstein-Maxwell

"Mi hanno sfruttata per sesso": le accuse choc della nuova testimone nel caso Epstein-Maxwell

Emerge un nuovo retroscena nel caso Epstein-Maxwell: Rina Oh, artista 42enne indicata da Virginia Giuffre come complice dell’imprenditore suicida nel 2019 e della sua compagna sostiene, invece, di aver subito abusi al club Mar-a-Lago, in Florida. Si apre un nuovo capitolo di questa terribile storia di violenza che ha fatto naufragare la vita e la carriera royal del principe Andrea.

Vittima o carnefice?

Il Sun riporta le dichiarazioni di Rina Oh, pittrice, scultrice e fotografa coinvolta nello scandalo Epstein. La donna ha confessato di essere stata costretta dall’uomo d’affari e dall’ereditiera Maxwell ad avere rapporti con uomini molto più anziani. La sua posizione, però, è tutt’altro che limpida. Virginia Roberts Giuffre, la protagonista dello scandalo Epstein, ha accusato Rina Oh di essere stata una procacciatrice di ragazze al pari di Ghislaine Maxwell. Capire dove sia la verità non sarà facile. L’artista, però, ha raccontato la sua storia facendo un riferimento preciso al luogo in cui sarebbero avvenuti i presunti abusi, ovvero il club Mar-a-Lago (Florida).

Rina Oh ha ricordato: “C’erano Ghislaine e Jeffrey insieme. Era come se mi stessero preparando per essere l’amante di qualcun altro”. Poi ha aggiunto: “Sembrava che mi stessero sollecitando. È stato allora che ho iniziato a rendermi conto che c’era qualcosa di terribilmente sbagliato. Fino ad allora ero molto ingenua”. L’inconsapevolezza nelle parole della scultrice è evidente, ma non sappiamo fino a che punto sia vera. Forse davvero non si è resa conto di ciò che le stava accadendo. C’è anche un’ipotesi agghiacciante, cioè che dal presunto ruolo di sfruttatrice l’artista sia inconsapevolmente passata a quello di vittima. Spetterà ai giudici valutare le prove e ristabilire la verità. Rina Oh dà anche dei particolari sullo stile di vita di Epstein e della Maxwell: “Jeffrey e Ghislaine si comportavano come un re e una regina…e vivevano anche in questo modo”.

Il primo incontro

La domanda principale è: come ha fatto Rina Oh a finire tra le grinfie di Epstein e socia? L’artista ha raccontato di aver incontrato per la prima volta l’imprenditore nell’estate del 2001, tramite un amico comune. All’epoca aveva solo 21 anni, era appena finita la sua relazione con il fidanzato storico e tutte le sue speranze erano riposte nell’arte: “Il mio amico mi disse che [Epstein] era ricco, aveva la sua isola, una bella casa ed era un grande collezionista d’arte. Ho preso il mio portfolio e gliel’ho mostrato. Il giorno seguente la sua segretaria mi ha detto che Jeff amava le mie opere d’arte e che voleva offrirmi una borsa di studio. È stato così che mi ha manipolato. Da allora [la cosa] si è intensificata. Ero così giovane e non mi rendevo conto che si trattasse di un abuso sessuale”.

Virginia Roberts Giuffre ha una diversa opinione sulla vicenda di Rina Oh. Nell’ottobre del 2020 ha scritto in un tweet: “Rina, se leggi questo spero che vivrai nella vergogna per il resto della tua vita” e ancora: “Non mi intimidisci più e le paure fisiche e mentali che mi hai lasciato dovrebbero essere sufficienti per mettere il tuo c…o in prigione”. La Giuffre non si è limitata alle invettive, ma ha rivelato di avere una cicatrice che le avrebbe procurato proprio Rina Oh: “Ho una cicatrice di quindici pollici sulla gamba sinistra perché mi hai tagliato. Posso lasciar perdere un sacco di m…a, ma questo non lo dimenticherò mai” e ha taggato l’FBI.

L’artista si è difesa intentando una causa per diffamazione contro la Giuffre e chiedendo 20 milioni di dollari di risarcimento per tutta la “bile falsa e diffamatoria” riversata su di lei, oggi madre di due bambini. Inoltre ha dichiarato: “[Virginia Giuffre] ha reiterato e ripubblicato maliziosamente queste diffamazioni in calunnie in tweet e interviste precedenti e successivi su podcast, Tv, riviste, nonché nelle sue memorie intitolate Billionaire’s Playboy Club”.

Queste “diffamazioni e calunnie”, riportano i documenti della causa, avrebbero provocato “un grave danno…umiliazione, vergogna, disonore, angoscia mentale, perdita del piacere della vita e ansia e angoscia emotiva”.

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