Mondo

Stati Uniti, primo lancio missilistico per la Space Force

La base aerea di Vandenberg, inglobata nella United States Space Force, ha lanciato un missile balistico intercontinentale

Stati Uniti, primo lancio missilistico per la Space Force

L’United States Space Force, istituita ufficialmente il 21 dicembre scorso, ha lanciato il suo primo missile balistico intercontinentale Minuteman III LGM-30G con testata inerte.

Space Superiority

Fin dal 1990, lo Space Command ribadisce l’importanza dello spazio nelle guerre del futuro. Parliamo di una militarizzazione di quest’ultimo con, ad esempio, asset in orbita geostazionaria. Certamente non battaglie (almeno per i prossimi 50 anni) in stile Star Wars. Con il termine Space Superiority, quindi, ci si riferisce alla capacità di mantenere quella libertà di azione nello spazio sufficiente a sostenere qualsiasi tipo di missione. La Space Superiority può essere localizzata nel tempo e nello spazio oppure ampia e duratura. Il concetto di dominio concepito nella dottrina dell’Air Force, si applica nel campo aereo, informatico così come nello spazio. Abbiamo già parlato della Space Superiority e dei sistemi sistemi asimmetrici Asat, Anti-satellite weapons. Tra le proposte per contrastare la Russia, la Casa Bianca ha pensato anche di riaprire il Programma Thor.

Stati Uniti, lanciato missile balistico intercontinentale

Poche ore fa l’Air Force statunitense ha lanciato con successo un missile balistico intercontinentale Minuteman III LGM-30G con testata inerte. E’ quanto comunica l’Air Force Global Strike Command. Il lancio è avvenuto dalle base aerea di Vandenberg, in California. La base di Vandenberg è stata inglobata nella neo costituita Space Force, divenuta la sesta branca delle forze armate statunitensi. E' quindi corretto affermare che il test (FTU-2) di poche ore fa, effettuato per determinare l'accuratezza e l'affidabilità del sistema e non collegato ad alcun evento del mondo reale, è il primo dell'United States Space Force. Trenta minuti dopo, il veicolo di rientro ha raggiunto l'obiettivo previsto nell'atollo Kwajalein, nell'Oceano Pacifico, a 4.200 miglia di distanza. Gli Stati Uniti mantengono 400 missili Minuteman III nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio. Entranti in servizio nel 1970, i missili balistici intercontinentali Minuteman III dovevano essere utilizzati per un decennio. Cinquanta anni dopo, il Minuteman III rappresenta la componente terrestre della triade strategica statunitense. Lo scorso agosto, l'Air Force ha selezionato Boeing e Northrop Grumman per progettare e costruire il prossimo Ground Based Strategic Deterrent. Northrop Grumman ha ricevuto 350 milioni di dollari, mentre Boeing ha ottenuto 349.

Stati Uniti, missile balistico intercontinentale Minuteman III LGM-30G

Il missile balistico intercontinentale Minuteman III a combustibile solido a tre stadi, è entrato in servizio nel 1970: difficilmente riuscirà a sopravvivere alle difese aeree nemiche in linea dal 2030. In grado di colpire bersagli ad oltre 13000 km di distanza, è armato con una singola testata termonucleare W-87 da 300 / 475 kT su veicolo di rientro Mark 21 RV. Il suo sistema di navigazione inerziale aggiornato gli conferisce un'accuratezza impressionante, con una CEP di circa 120 metri. Sulla flotta Minuteman III, in base ai trattati di non proliferazione, è stata rimossa la capacità Mirv/Marv per quattro testate a rientro multiplo indipendente. Boeing collabora con l'Air Force dal 1958 alla progettazione, assemblaggio e verifica del sistema Minuteman. Nel marzo del 2018 gli Stati Uniti hanno concluso la riduzione della flotta ICBM Minuteman III secondo quanto stabilito dai trattati di non proliferazione, portandola da 450 a 400. I 400 Icbm Minuteman III schierati nei silos della basi F. E. Warren nel Wyoming (90th Missile Wing), Minot (91st Missile Wing) nel North Dakota e Malmstrom (341st Missile Wing) nel Montana sono sempre pronti al lancio. Altri 50 missili sono in riserva. I 50 silos smantellati sono mantenuti a caldo, cioè preservano la loro capacità di lancio. Lo scorso ottobre l’USAF ha concluso l’aggiornamento da 68 milioni di dollari per una nuova unità di trasferimento dati. La DTU o Data Transfer Unit è stata progettata per ridurre i tempi di caricamento (trenta minuti per elaborare i codici di lancio e sette minuti per l’upload) del Missile Guidance Set, cervello del Minuteman III. Il nuovo dispositivo è stato utilizzato per la prima volta il 23 giugno del 2018.

Nel 2014, l'amministrazione Obama comunicò la postura strategica in conformità al New Strategic Arms Reduction Treaty che Stati Uniti e Russia sugellarono nel 2010. Oltre ai meccanismi di verifica non contemplati nei precedenti trattati, il New Start stabilisce una nuova riduzione degli asset strategici pari al 30% dell’arsenale nucleare. Nel 1963 la forza ICBM statunitense raggiunse i 597 missili pronti al lancio, portati a mille nel 1966. Il numero è stato poi ridotto gradualmente fino a 450 nel 1991. Tutti i presidenti da Lyndon Johnson in poi, hanno proceduto a ridurre l’arsenale strategico. Nonostante tutto, la capacità nucleare statunitense resta superiore a quella di Gran Bretagna, Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord e Pakistan messe assieme.

Messaggio di reazione immediata: come si lanciano i Minuteman

Il 21 ottobre scorso il Comando Strategico degli Stati Uniti ha definitivamente ritirato i floppy disk da 8 pollici. Questo ultimi sono stati utilizzati fino allo scorso giugno per memorizzare i dati dei missili balistici intercontinentali Minuteman III. Le unità sono state sostituite da archivi digitali a stato solido. Lo Strategic Automated Command and Control System, che coordina le capacità strategiche dell’Air Force, rimane in esecuzione sulle piattaforme informatiche IBM del 1976.

Perchè lanciare 400 missili balistici intercontinentali con i floppy disk da 8 pollici

La componente strategica terrestre degli Stati Uniti, formata da 400 missili balistici intercontinentali Minuteman III LGM-30G schierati nel Montana, Nord Dakota, Wyoming e sempre pronti al lancio, sono gestiti da hardware e software che oggi non esiteremmo a definire obsoleto. Per inviare e ricevere messaggi di reazione immediata ed abilitare il lancio di missili strategici a copertura di possibili bersagli, l’USAF utilizza lo Strategic Automated Command and Control System o SACCS. Il SACCS è in esecuzione su una piattaforma informatica IBM Series/1 a 16 bit del 1976 (da quando cioè Gerald Ford era alla Casa Bianca). I pezzi di ricambio per il sistema sono ovviamente difficili da trovare perché obsoleti e fuori produzione da decenni, tuttavia la mancanza di una connessione ad Internet fornisce una sicurezza solida per i siti missilistici. Fino allo scorso giugno, per memorizzare i dati dei missili balistici intercontinentali Minuteman III si utilizzavano i floppy disk da 8 pollici. I floppy da 8 pollici non dispongono dello spazio necessario per contenere un malware: parliamo di 1,2 megabytes, ma solo nella versione a doppia faccia. Era quindi altamente improbabile che un hacker avesse esperienza con i floppy da 8 pollici. Essendo fuori produzione il governo li acquistava nuovi su Ebay. La transizione dai floppy da 8 pollici a “nuove soluzioni di archiviazione digitale a stato solido” si è ufficialmente conclusa il 21 ottobre scorso. Aggiornati anche i terminali portatili e desktop. Lo Strategic Automated Command and Control System gira sulle affidabili e sicure piattaforme IBM Series/1. Queste ultime resteranno in servizio almeno fino al 2025, anno in cui saranno rilevate dal supercomputer della Cray denominato El Capitan. Il supercomputer da 600 milioni di dollari entrerà in produzione alla fine del 2023 e dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa due anni dopo. Soltanto in quel momento gli IBM Series/1 di STRATCOM potranno essere definitivamente spenti.

Il Programma Ground Based Strategic Deterrent

Il Programma Ground Based Strategic Deterrent o GBSD dovrà dare luce ad un nuovo missile balistico intercontinentale che resterà in servizio fino al 2080. Il costo della nuova componente strategica terrestre è al momento stimato in 85 miliardi di dollari, proiezione al ribasso, ma potrebbe superare quello del programma F-35. I fondi sono così divisi: 22,6 miliardi per la ricerca e lo sviluppo, 61,5 miliardi di dollari per l'approvvigionamento e 718 milioni di dollari per l’ottimizzazione delle strutture militari. L’Air Force dovrebbe acquistare 642 missili ad un costo medio di 66,4 milioni di dollari ciascuno, anche se il numero potrà essere soggetto a variazioni. Tra il 2036 ed il 2040 è stimata una spesa supplementare di 1,25 miliardi all'anno per operazioni e costi di supporto. I primi fondi sono stati inseriti nell’anno fiscale 2018, ma il programma Ground Based Strategic Deterrent riceve finanziamenti supplementari per far fronte alle operazioni di collaudo del futuro sostituto del Minuteman III.
New START è l'unico trattato bilaterale attualmente in vigore che limita le armi nucleari statunitensi e russe. Il limite è fissato a 1.

550 testate strategiche schierate per 700 sistemi di consegna.

Commenti