Mondo

La stretta di Bolsonaro: "Basta fondi pubblici ai registi di sinistra"

L'annuncio del taglio dei fondi pubblici alle produzioni "antipatriottiche" ha causato le forti proteste della comunità artistica verde-oro, subito spalleggiata dal socialista Partido dos Trabalhadores

La stretta di Bolsonaro: "Basta fondi pubblici ai registi di sinistra"

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha in questi giorni varato una "crociata" contro il "cinema di sinistra".

L'esponente conservatore ha infatti dichiarato di volere "tagliare qualsiasi contributo pubblico" a registi e sceneggiatori che celebrano il "morbo del marxismo". Il piano di Bolsonaro, rilanciato da Henrique Medeiros Pires, segretario alla Cultura, si fonda sulla revoca dei finanziamenti federali ai progetti cinematografici giudicati dalle autorità "diseducativi" o miranti a "esaltare valori antipatriottici". Attraverso la riforma in questione, la leadership nazionalista mira a "liberare" la cultura brasiliana dalla "morsa asfissiante della sinistra".

La stretta di Bolsonaro contro i cineasti dalle simpatie social-comuniste è stata ideata in seguito alla presentazione, all'ultimo Festival internazionale del cinema di Berlino, di un lungometraggio che racconta la storia di Carlos Marighella, militante marxista assassinato dalla dittatura militare verde-oro nel 1969. Il regista del film in questione è Wagner Moura, star della serie televisiva americana Narcos, il quale, durante il festival in terra tedesca, ha più volte attaccato frontalmente il presidente del Paese sudamericano. Davanti ai giornalisti presenti a Berlino, il regista ha infatti etichettato Bolsonaro come un "razzista" e come un "amico dei fascisti". Le esternazioni della star avrebbero quindi, a detta dei media brasiliani, indotto il leader conservatore a elaborare "pesanti ritorsioni" ai danni della cinematografia "impregnata di marxismo".

L'annuncio del taglio dei fondi pubblici alle produzioni "antipatriottiche" ha causato le forti proteste della comunità artistica verde-oro, subito spalleggiata dal socialista Partido dos Trabalhadores. Diversi esponenti della sinistra politico-culturale hanno infatti condannato la strategia delineata da Bolsonaro e Medeiros Pires, tacciandola di "autoritarismo".

Ad esempio, l'attrice Fernanda Montenegro ha pubblicamente stigmatizzato il piano "anti-cineasti socialisti", etichettandolo come un "grave attentato alla libertà di espressione".

Commenti