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"Basta sussidi, dovranno lavorare". La svolta sui migranti

Secondo il piano governativo, gli stranieri presenti in Danimarca potranno ottenere i sussidi solo se svolgeranno 37 ore di lavoro a settimana

"Basta sussidi, dovranno lavorare". La svolta sui migranti

Il governo della Danimarca ha presentato di recente una riforma per "fare lavorare gli immigrati". Il piano in questione punta infatti a condizionare l'erogazione di sussidi sociali ai migranti al fatto che questi ultimi svolgano un determinato numero di ore di lavoro settimanali. L'esecutivo della premier socialdemocratica Mette Frederiksen ha presentato questa riforma come intesa a favorire l'effettiva integrazione degli stranieri nella società danese, avendo constatato che ci sarebbero nel Paese "troppi stranieri disoccupati, soprattutto di origini non occidentali".

La riforma avanzata dal governo di sinistra prevede che gli immigrati, per beneficiare dei sussidi, dovranno lavorare "37 ore a settimana". La svolta in questione dovrebbe cominciare ad applicarsi con gli stranieri che sono in grado di parlare un po' di danese. Questi migranti già parzialmente integrati inizierebbero a svolgere le 37 ore di lavoro dopo avere ricevuto una formazione professionale da parte di agenzie governative ed enti locali. La bozza di riforma rimarca l'utilità della stretta recitando: "Se vieni in Danimarca, devi lavorare e mantenere te stesso e la tua famiglia. Se uno non può mantenersi, ha il dovere di partecipare e rendersi utile con l'equivalente di una normale settimana lavorativa, così da potere ricevere l'intero sussidio sociale".

Nonostante non sia stata ancora fissata la data in cui il parlamento di Danimarca inizierà a discutere la riforma, la premier socialdemocratica continua a rivendicare l'utilità della proposta nel facilitare l'integrazione dei migranti e nell'incoraggiare loro ad apprendere la lingua danese. Secondo la premier, condizionare i sussidi allo svolgimento di una settimana lavorativa garantirà inoltre di gestire con oculatezza i soldi pubblici destinati all'assistenza sociale degli stranieri e a prevenire sprechi di risorse.

Contro il piano promosso dal governo socialdemocratico si è subito levata la voce indignata dell'Allenza Rosso-Verde, partito di opposizione al gabinetto Frederiksen. Per la formazione politica di estrema sinistra, la riforma governativa sarebbe "folle", poiché rischierebbe di causare in Danimarca un abbassamento del livello generale dei salari.

Mirka Mozer, responsabile di un'associazione locale impegnata nell'agevolare l'integrazione sociale degli immigrati, ha invece criticato la riforma Frederiksen per il fatto che sarebbe "poco ambiziosa" e sostenendo che bisognerebbe invece fare lavorare gli stranieri "per più di 37 ore a settimana".

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