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L'ultima di Donald Trump. Caccia un giornalista d'origine messicana

Le opinioni dell'aspirante candidato sull'immigrazione fanno discutere. Nell'Iowa cronista fatto uscire dalla sala stampa

Una guardia del corpo di Donald Trump caccia Jorge Ramos dalla sala stampa
Una guardia del corpo di Donald Trump caccia Jorge Ramos dalla sala stampa

Le tirate contro l'immigrazione in arrivo dal confine messicano sono ormai una costante nella campagna di Donald Trump per la candidatura repubblicana. Il magnate, dal giorno della sua discesa in campo, non ha fatto mistero della sua intenzione di utilizzare le maniere forti pur di bloccare il flusso di persone verso gli Stati Uniti, al punto da garantire che, qualora fosse eletto, sarebbe il suo primo atto da presidente.

Lo ha detto a metà agosto, parlando della necessità di abolire tutti i decreti presidenziali passati durante l'amministrazione Obama in materia di immigrazione. Ma il suo piano per fermare l'immigrazione si è fermato per ora a una serie di dichiarazioni piuttosto generiche, delle quali la stampa americana ha iniziato a chiedergli conto.

Lo ha fatto anche Jorge Ramos, giornalista di origine messicana della televisione in spagnolo Univision, che durante una conferenza stampa a Dubuque, nell'Iowa, ha cercato di spingere Trump sul terreno insidioso dei dettagli del suo piano anti-immigrazione. Peccato che il miliardiario non lo abbia degnato di uno sguardo.

"Ok, chi è il prossimo?", ha risposto Trump alla richiesta di Ramos di porgergli una domanda, aggiungendo poi, con evidente fastidio, di non avergli dato la parola e invitandolo a "tornare a Univision". Il tema degli 11 milioni di irregolari che vivono negli Stati Uniti è caldo e il botta e risposta è andato avanti fino a che le guardie del corpo del miliardiario hanno chiesto al giornalista di lasciare la sala stampa.

Un siparietto imbarazzante, che si è concluso quando Ramos è stato fatto rientrare, dopo pochi minuti, e ha potuto chiedere a Trump di chiarire come intende agire. Nelle sue intenzioni c'è anche la costruzione di un muro al confine che vorrebbe fosse pagato da Città del Messico.

E per quanto riguarda l'espulsione degli irregolari "lo farò in maniera molto umana, perché ho un cuore più grande del tuo", ha detto al giornalista, non senza un po' di fastidio, citando i sondaggi, secondo cui la popolazione ispanica non lo odia poi così tanto. "Mi amano, sai quanti latino americani lavorano per me, amico? Migliaia. Sai quanti hanno lavorato per me negli anni? Decine di migliaia".

Ramos ha poi detto la sua su quanto avvenuto in un servizio su Univision, chiarendo che una cosa del genere non gli era mai successa in tutta la sua carriera. "Ero autorizzato ad essere lì", ha aggiunto, spiegando di essere stato interrotto mentre cercava di porre una domanda dopo un collega e cacciato.

"Come reporter - ha concluso- il mio lavoro è semplicemente quello di porre domande e io sono qui per questo".

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