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Trump gela pure la Nato: "All'America costa troppo"

"La Nato funziona solo perché ci siamo noi. Spendiamo miliardi di dollari per aiutare gli altri paesi e non abbiamo soldi per costruire una scuola: tutto questo finirà"

Trump gela pure la Nato: "All'America costa troppo"

“L’attuale segretario di Stato non credo abbia fatto un buon lavoro. La negoziazione di John Kerry con l'Iran è una delle cose peggiori che abbia mai visto. Gli abbiamo soltanto fatto due regali, sbloccando i fondi e non pretendendo i nostri prigionieri prima che iniziassero i negoziati. Fossi stato io la trattativa sarebbe stata diversa. Gli avrei detto: ‘liberati i nostri prigionieri o vi raddoppieremo le sanzioni’. In brevissimo tempo sarebbero stati liberati. Invece gli abbiamo dato un sacco di soldi che, ovviamente, non stanno investendo da noi. Avete notato che hanno acquistato 118 Airbus? Non velivoli della Boeing, ma Airbus. E’ una brutta vicenda, anche per Israele”.

E’ iniziato così l’atteso incontro tra Donald Trump ed il comitato di redazione del The Washington Post, focalizzato sulla strategia della politica estera degli Stati Uniti guidati dal possibile nuovo presidente. Trump ha messo in discussione il ruolo dell'America in Europa, Asia e Medio Oriente. Trump sembra accantonare il ruolo centrale degli USA, a beneficio del sostegno economico interno.

Debito interno

“L’America di oggi non è quella di ieri. Abbiamo un paese diverso da quello che ha lasciato Reagan. Abbiamo 19 miliardi di dollari di debiti. Siamo seduti probabilmente su una bolla. Se quella bolla dovesse esplodere, saremmo nei guai. Dobbiamo ricostruire il nostro paese, le nostre infrastrutture. Sono atterrato in un aeroporto che stava cadendo a pezzi. Siete mai stati in Qatar? Ci sono aeroporti che gli americani nemmeno immaginano, cose che non hanno mai visto”.

Il mondo è diventato adulto

“Dobbiamo promuovere i nostri valori nel mondo, ma abbiamo un paese in cattive condizioni. Cattive. I nostri centri urbani sono un disastro orribile. Baltimora ad esempio, St. Louis, Ferguson, Oakland. La situazione peggiorerà entro la prossima estate. Eppure non capisco. Guardo i nostri centri urbani e poi le infrastrutture che abbiamo costruito per due/tre volte in Iraq e che continuano a fare esplodere. Costruiamo scuole e loro ce le distruggono. Poi le riedifichiamo e loro ce le distruggono. Però, non possiamo costruire una scuola a Brooklyn, perché non abbiamo i soldi per l'istruzione. Fermi tutti, dobbiamo prenderci cura di noi stessi, il mondo forse non è ancora consapevole, ma credo sia abbastanza adulto da cavarsela da solo. Il nostro paese si sta disintegrando, con un tasso di disoccupazione tra i giovani afro-americani del 58/59 per cento. Dobbiamo creare incentivi per le persone nell’amare ciò che stanno facendo. E’ assurdo, spendiamo soldi in paesi che non ci vogliono. Vogliono solo i nostri soldi, ma questa cosa finirà”.

I rapporti con la Nato

“La Nato? È una buona cosa…se funzionasse anche senza di noi. Siamo seri. Gli sviluppi in Ucraina hanno investito molti paesi della Nato, ma non gli Stati Uniti. Eppure, se notate, stiamo facendo tutto noi. I nostri alleati cosa hanno fatto? Perché non interviene la Germania? Perché tutti i paesi confinanti con l’Ucraina non trattano con la Russia? Perché noi siamo la nazione più forte? È vero. La Nato come concetto va bene, ma all’atto pratico funziona solo se ci siamo noi dentro. Non ci aiuta nessuno. Volete un esempio? Regaliamo centinaia di miliardi di dollari per sostenere paesi che sono, in teoria, più ricchi di noi. O non lo sapete? Germania, Arabia Saudita, Giappone, Corea del Sud. Noi diamo denaro all’Arabia Saudita. Questa storia finirà, anche perché non possiamo più permetterci questi regali. La Nato è stata istituita in un momento diverso. È stata creata quando eravamo un paese più ricco. Prendiamo denaro in prestito dai cinesi, lo capite? La Nato ci costa una fortuna e sì, stiamo proteggendo l'Europa, ma stiamo spendendo un sacco di soldi. Punterò alla ridistribuzione dei costi ed assicuro che gli Stati Uniti non sopporteranno ancora il totale peso della difesa in Europa. Non è giusto e non otteniamo nulla in cambio, così come il nostro impegno in Corea del Sud. Un paese ricchissimo che non ci da quasi nulla per quello che facciamo”.

Il nemico

“Non possiamo più permetterci di spendere una fortuna per equipaggiare gli altri paesi. Non spendiamo per noi, ma solo per gli altri. Le armi migliori poi, finiscono in mano al nemico. Noi li forniamo ai nostri alleati in Medio Oriente e poi li regalano nelle mani di chi ci vuole morti. Il figlio di un mio caro amico, non posso dirvi tanto su di lui, mi racconta che il nemico ha tutti i migliori sistemi d’arma realizzati negli Stati Uniti. I nostri ragazzi hanno attrezzatura obsoleta. I terroristi, invece, la migliore che riusciamo a produrre con tanto di scritta Made in USA. Vi sembra normale? Inviamo forniture in Siria per miliardi e miliardi di dollari per equipaggiare i Combattenti per la Libertà. Ma chi ci dice che un giorno non si rivolteranno contro gli USA? Sapete quanti Humvee corazzati ed armati con munizionamento pesante abbiamo regalato? 2300. Noi invece abbiamo soldati storpi, perché i nostri mezzi non sono corazzati. I nostri ragazzi perdono gli arti in guerra perché li mandiamo in missione con veicoli non blindati”.

I rapporti con la Cina

“Situazione terribile, non hanno alcun rispetto, ma noi possiamo fare tanto, più di quello che la gente immagina. Noi abbiamo il potere commerciale sulla Cina. Non credo che inizieranno la terza guerra mondiale, ma dobbiamo essere imprevedibili, rispetto a ciò che siamo adesso, assolutamente scontati. Siamo totalmente prevedibili e questo è male. Conosco molto bene la Cina, faccio affari con loro da decenni. Hanno ambizioni incredibili e si sentono invincibili. Il fatto è che noi abbiamo ricostruito la Cina, grazie ai nostri miliardi. Se non fosse per noi, non avrebbero aeroporti, strade e ponti. La Cina va affrontata sotto il punto di vista commerciale. Il libero scambio ci ha rovinato. Loro portano ogni cosa nel nostro paese. Noi, invece, dobbiamo pagare”.

La teoria dell’imprevedibilità

“Il presidente Obama, quando ha lasciato l'Iraq, ha dato una data precisa. Ho subito pensato fosse una cosa terribile da dire. Il nemico, infatti, si è ritirato e rinforzato per poi riprendere le posizioni perse. Altro esempio? Obama, lo scorso dicembre, ha annunciato che 50 dei nostri ragazzi migliori sarebbero stati inviati in Siria. Sono il meglio del meglio, ma perché dobbiamo indire una conferenza stampa per annunciare il dispiegamento dei reparti speciali? Gli abbiamo messo un mirino. Ecco cosa intendo per essere prevedibili, quando annunciamo al mondo che i nostri Tier-1 sono in Siria. Ci sono dei momenti in cui è meglio stare zitti. Qualcuno ha pensato fosse una buona idea. Per me è stata pessima.

Il petrolio

“Una delle decisioni peggiore della storia del paese: l’Iraq. Abbiamo investito denaro, truppe e perso delle vite per poi regalare il petrolio. Invece no. Le nostre truppe avrebbero dovuto prendere il controllo dei pozzi petroliferi e sarebbero stati nostri. Invece no. Adesso ci ritroviamo con l’Iraq che acquista da chiunque, compreso dall’Iran”.

Proprio sul petrolio, la posizione di Trump resta comunque debole. Il candidato, infatti, non entra nel merito delle possibili ritorsioni degli alleati degli Stati Uniti nella Regione, per una mossa che rafforzerebbe la convinzione che gli USA sono attivi nell’area Medio Orientale solo per le risorse petrolifere del mondo arabo. Trump propone anche di rimodulare un nuovo rapporto con l’Arabia Saudita, definita come un bambino. Resta scarsamente approfondito il progetto di Riyadh, Doha e Abu Dhabi per garantire una zona sicura all’interno della Siria.

L’intervento di Trump al The Washington Post, è stato bollato da molti analisti statunitensi come un “viaggio verso l’ignoto per un candidato con poca esperienza dimostrabile che si discosta nettamente dalle posizioni tradizionali del partito”.

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