Non è forse un caso che a finire nel mirino dei terroristi islamisti a cui si attribuisce l'attentato di oggi a Parigi sia stato proprio Charlie Hebdo. Un settimanale satirico, pungente, dalla vocazione libertaria tipicamente francese e parigina.
Un giornale che aveva sposato alcune posizioni di Oriana Fallaci, riproponendone le tesi più critiche nei confronti del fondamentalismo radicale islamico. Quelle più controverse, quelle più criticate da gran parte dell'opinione pubblica di un'Europa che si sentiva rassicurata dal multiculturalismo relativista di inizio secolo.
C'era, nelle parole dell'ultima Fallaci, un appello rimasto inascoltato contro i rischi del terrorismo che s'infiltra in Occidente, non visto da una società ormai debole e incerta della propria identità. Già alla morte della grande giornalista e scrittrice - era il 2006 - l'Europa era stata insanguinata da una doppia serie di attacchi che avevano messo nel mirino Gran Bretagna e Spagna, colpevoli di essersi schierate al fianco degli Usa nelle missioni militari in Iraq e Afghanistan.
Madrid fu colpita nel 2004, alla vigilia delle elezioni politiche. Morirono 191 persone e duemila vennero ferite, in una sanguinosa serie di attacchi ai treni della metropolitana della capitale spagnola, poi rivendicati da una brigata islamista che affermava di aver agito in nome di Al Qaeda.
L'anno successivo fu la volta di Londra, colpita da quattro bombe piazzate su autobus e treni della Tube. Rimasero uccise cinquantacinque persone, mentre oltre settecento vennero ferite. Anche in questo caso gli attacchi vennero rivendicati dall'organizzazione di Osama Bin Laden.
Da allora le cose sono cambiate, con i terroristi che tendono ad organizzarsi in strutture più "leggere" e "flessibili", agendo spesso da soli e trovando le fonti del proprio indottrinamento religioso (ma anche le istruzioni tecniche su come preparare gli attentati) su Internet. A "lupi solitari", più che non a grandi organizzazioni terroristiche, sono infatti attribuibili diversi attacchi portati a termine in Europa occidentale tra la seconda metà degli anni Duemila e l'inizio del decennio successivo. A questo tipo di attacchi sono ad esempio ascrivibili la sparatoria all'aeroporto di Francoforte del 2011, che provocò la morte di due militari Usa, e gli attacchi a Tolosa e Montauban nel 2012, dove morirono altre sette persone.
La "parcellizzazione", se così si vuole chiamare, della minaccia terroristica, rende molto più difficile l'identificazione dei soggetti a rischio e la prevenzione dei possibili attentati, che spesso possono venire portati a termine anche da estremisti residenti nei Paesi dell'Unione, di cui magari hanno la cittadinanza sin dalla nascita. Una vera e propria minaccia che cresce a pochi metri dagli obiettivi di quella violenza, difficile da riconoscere e prevenire.
Recentemente anche organizzazioni come Isis e Al Qaeda hanno rinnovato gli appelli ai "lupi solitari" a intraprendere azioni terroristiche autonome, come quelle incoraggiate dalla diffusione di
manuali su come confezionare bombe e ordigni da fare esplodere sui voli di linea.Una minaccia insidiosa, quella del terrorismo, ma non imprevedibile. Tanto è vero che chi la aveva sottolineata c'era e c'è. Ma spesso, troppo spesso, è rimasto inascoltato.
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