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Il sito di live-streaming mette al bando l'account di Trump

Twitch ha preso provvedimenti contro l’account ufficiale di Trump a causa di un passaggio di un comizio del tycoon relativo al Messico

Il sito di live-streaming mette al bando l'account di Trump

Twitch, piattaforma americana di live-streaming di proprietà di Amazon, ha temporaneamente sospeso l’account ufficiale di Donald Trump. Alla base della decisione presa oggi dal sito web vi sarebbe il fatto che il profilo del tycoon è stato accusato dai responsabili della piattaforma di diffondere contenuti e messaggi di odio. I medesimi vertici di Twitch hanno di conseguenza provveduto a rimuovere dall’account del presidente Usa il video bollato come contrario al decalogo etico del sito di proprietà di Jeff Bezos. The Donald era sbarcato sulla piattaforma in questione a ottobre, quando lo staff del magnate aveva scelto di sfruttare il sito citato per diffondere sul web le dirette dei raduni e degli eventi elettorali a cui avrebbe presenziato il leader repubblicano.

Il contenuto giudicato offensivo consisteva nel video di un comizio di Trump in cui egli accusava il Messico di esportare stupratori negli Stati Uniti. Prima della censura applicata oggi, Twitch aveva segnalato alcuni commenti razzisti relativi al comizio del presidente andato in scena a Tulsa.

La sospensione temporanea dell’account del tycoon giunge a una settimana di distanza dalla solenne promessa, fatta dai vertici della piattaforma di live-streaming, di attuare la linea dura contro qualsiasi contenuto molesto o aggressivo pubblicato dagli utenti.

L’impegno di Twitch contro i linguaggi che incitano all’odio è stato ribadito con le seguenti parole, rilasciate da un portavoce della piattaforma: “Come chiunque altro, i politici che sono attivi su Twitch devono rispettare le nostre regole di condotta e le linee-guida vigenti per la nostra comunità multimediale.

Noi non facciamo eccezioni neanche se si tratta di politici o di contenuti stimolanti, e ci attiveremo di conseguenza contro qualsiasi pubblicazione che dovesse violare le nostre regole”.

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