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Schiaccia a figlia neonata la testa contro la parete: ​l'orrore nella stanza di hotel

Un pilota 42enne della Hong Kong Airlines ha ucciso la figlia sbattendole la testa contro il muro. "Ho avuto un attacco epilettico, sono innocente" ha dichiarato ai giudici

Schiaccia a figlia neonata la testa contro la parete: ​l'orrore nella stanza di hotel

Mohamed Barakat, 42enne londinese, pilota di Airbus per la Hong Kong Airlines, è stato condannato a 20 anni di carcere per aver ucciso Sophia, la figlia di un anno, schiacciandole la testa contro il muro. "Ho avuto un attacco di epilessia, non l'ho fatto a posta", ha spiegato ai giudici.

L'orrore

Un omicidio efferato, brutale, in cui ha perso la vita Sophia, di appena 12 mesi. Barakat, pilota Cargo per la Hong Kong Airlines, ha schiacciato "volontariamente" - scrivono i giudici - il cranio di Sophia, sbattendole la testa contro la parete. A confermare la terrificante esecuzione è stata una cameriera dell'albergo in Kazakistan dove la famiglia soggiornava per una breve vacanza. La donna ha riferito di aver sentito dei colpi sordi contro il muro provenire dalla stanza di Barakat accompagnati dal pianto disperato della bimba. La moglie Madina, intanto, si è era data alla fuga dalla stessa camera temendo di essere malmenata. Acuni testimoni hanno raccontato che si fosse rifugiata nella hall dell’hotel quando il marito si è presentato con la piccola, già senza vita, tra le braccia. "Ha ucciso mia figlia" avrebbe urlato la 23enne, puntando il dito contro il marito davanti al personale dell’albergo. I medici non hanno potuto far altro che accertare il decesso della piccola mentre Barakat è statotratto in arrestato.

"Ho avuto un attacco epilettico"

Interrogato dalle autorità, il 42enne ha provato a difendersi millantando un malore. "Ho avuto un attacco epilettico, non l'ho fatto a posta", ha raccontato agli inquirenti. Ma i giudici non hanno creduto alla sua versione. Dalle indagini è emerso, infatti, che Barakat avesse assunto un mix di alcol e droghe prima di uccidere Sophia. "Le ha schiacciato il cranio volontariamente", ha chiarito la corte condannandolo a 20 anni di carcere. "Solo perché avete il potere di mettermi in prigione, ciò non significa che avete il potere di farmi diventare colpevole. - ha detto Barakat - Significa che metterete in prigione un uomo innocente. Non avrei mai fatto del male a mia figlia. Sono stato la prima persona che ha visto Sophia venire al mondo. Stavo per insegnarle a volare".

"Mio marito è un padre amorevole"

Durante il processo, la moglie Madina ha ritratto le accuse di colpevolezza nei confronti del marito. "Non poteva fare del male a nostra figlia, non era in grado di commettere questo delitto. - riporta il sito Dagospia - Le chiedo di accettare questa dichiarazione, cancellando tutte le precedenti testimonianze accusatorie fatte da me contro mio marito. Mohamed è il marito e l'amico più amorevole e premuroso che esista. Lo amo con tutto il mio cuore. Probabilmente vi state chiedendo che tipo di donna sono se proteggo il coniuge che presumibilmente ha ucciso la sua bambina. Tuttavia, questo non è stato un crimine intenzionale, mio marito ha avuto un attacco epilettico. Mohamed non avrebbe esitato a dare la vita per Sophia. Lei era tutto per lui. È stato un incidente". Cionostante, il 42enne è stato giudicato colpevole all'udienza virtuale nel tribunale della città di Almaty. Secondo il giudice Bakhytkhan Bakirbayev le ferite sono state causate da "ripetuti impatti con oggetti e superfici dure e non sono state provocate da una singola caduta".

Inoltre, non ci son prove del fatto che Barakat avesse mai sofferto di epilessia.

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