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Uccisione di un leader serbo mette a rischio dialogo in Kosovo

Oliver Ivanovic freddato davanti agli uffici del partito. Serbia ritira la delegazione

Uccisione di un leader serbo mette a rischio dialogo in Kosovo

Quattro colpi nel petto hanno ucciso Oliver Ivanović, leader politico serbo kosovaro considerato tra le voci moderate della politica locale, vittima di un agguato di fronte agli uffici del suo partito nella zona settentrionale della città di Mitrovica, divisa a metà tra serbi e albanesi.

Secondo le forze di polizia, l'uomo che ha sparato al 64enne Ivanović, leader dell'iniziativa civica Libertà, democrazia, giustizia (Sdp), si sarebbe allontanato a bordo di un'automobile trovata poi bruciata e senza targa. Il politico, che aveva avuto un ruolo chiave nei negoziati con la Nato e con l'Unione Europea, era sotto processo con l'accusa di avere commesso crimini di guerra contro persone di etnia albanese nel 1999.

A gennaio del 2016 il politico era stato condannato a nove anni dai giudici europei della missione EULEX, che aveva ritenuto che nel 1999 fosse stato a conoscenza di un'operazione durante la quale alcuni uomini di famiglia albanese erano stati espulsi e uccisi, e che aveva aderito al piano, "sapendo che avrebbe portato alle uccisioni".

Il verdetto di primo grado era poi stato ribaltato in sede d'Appello. Dal canto suo Ivanović, che ha già trascorso due anni in carcere, ha sempre negato ogni accusa a suo carico.

Nel 2005 un ordigno era stato trovato sotto l'automobile che il politico usava per i suoi spostamenti ufficiali e a luglio la sua macchina privata era stata data alle fiamme, ancora a Mitrovica. La sua uccisione può mettere a rischio il dialogo, già fragile, tra la maggioranza albanese e la minoranza serba.

Il governo di Belgrado ha già ritirato la delegazione impegnata a Bruxelles nei negoziati tecnici mediati dall'Unione Europea. "Questo è un atto terroristico che deve essere e sarà punito", ha detto dopo i fatti Marko Djuric, capo dell'ufficio per il Kosovo del governo serbo, mentre il presidente serbo Aleksandar Vucic ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio per la sicurezza nazionale.

Il presidente kosovaro Hashim Thaci ha chiesto che la giustizia faccia il suo corso, condannando l'attacco, mentre il commissario europeo all'allargemanto dell'Unione, Johannes Hahn, ha chiarito: "Non c'è alternativa al dialogo".

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