Kiev ammette la sconfitta a Lysyschansk: "Ma non è finita, la riprenderemo"

Nell'ultimo messaggio video il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di "ritirata tattica" in vista di una controffensiva

Kiev ammette la sconfitta a Lysyschansk: "Ma non è finita, la riprenderemo"

L'Ucraina si è risvegliata tra bombardamenti e nuove inquietudini legate alle ultime dinamiche del conflitto. Le forze di Mosca stanno accelerando nel progetto di conquistare l'intero Donbass, obiettivo minimo trasformatosi, da aprile in poi, in obiettivo massimo per il Cremlino.

Da qui l'intensificazione dei bombardamenti che oramai, notte dopo notte, coinvolgono sempre più regioni distanti dal Donbass. Nelle ultime ore, in particolare, allarmi antiaerei ed esplosioni si sono susseguiti nella regione di Kharkiv, una delle più colpite dall'inizio della guerra. Le sirene, dopo la mezzanotte, sono state attivate anche a Odessa, Mykolaiv, così come nella regione settentrionale di Sumy, raggiunta tra le altre cose anche da nuovi colpi di mortaio. Mosca a più riprese ha specificato di voler bombardare obiettivi militari, depositi di munizioni e centri per addestramento.

Come accaduto ad esempio ieri a Mykolaiv, città del sud dell'Ucraina. Qui il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver centrato un campo di addestramento di “mercenari”. Possibile che l'intelligence di Mosca ha rilevato la presenza di combattenti stranieri, anche se il raid comunque non è stato confermato dalle autorità di Kiev.

La battaglia nel Donbass

Ovviamente gli occhi sono rivolti principalmente nell'est del Paese, lì dove l'esercito russo nella giornata di domenica ha rivendicato il controllo della città di Lysychansk. Durante la notte sono arrivate notizie importanti dalla zona. Kiev, in particolare, ha confermato la caduta della cittadina situata a pochi chilometri da Severodonetsk, ammettendo una situazione di difficoltà in tutta la regione orientale.

I russi dal canto loro probabilmente hanno proceduto alla verifica dell'eventuale presenza di forze ucraine nell'area. Ad ogni modo, Lysychansk sembrerebbe oramai in modo netto nelle mani di Mosca. A dirlo è stato lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Ci siamo dovuti ritirare - ha detto nel suo consueto discorso notturo su Telegram - ma non siamo giunti al game over. Si tratta di una ritirata strategica per consolidare le nostre posizioni difensive e organizzare al più presto una controffensiva. Non abbiamo perso Lysychansk, né perderemo il Donbass". Con la presa di Lysychansk, sotto il punto di vista di Mosca, è stata completata, da parte di russi e filorussi, la conquista dell'oblast di Lugansk. Del territorio cioè rivendicato dall'autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk, guidata dai separatisti filorussi.

Ora le attenzioni sono su Slovjansk. In città gli abitanti rimasti hanno sempre più paura. Durante la notte sono state segnalate nuove esplosioni nell'area, dopo che nel pomeriggio di domenica un raid ha centrato il principale mercato cittadino uccidendo almeno sei civili.

Slovjansk è indubbiamente il prossimo obiettivo di russi e filorussi.

Situata all'interno dell'altra repubblica separatista, quella di Donetsk, la città è tra le più grandi della regione ed è molto vicina a Kramatorsk, dal 2014 capoluogo al posto della stessa Donetsk dell'oblast. Prendere questo territorio per i russi vorrebbe significare ultimare la conquista (definita liberazione nel gergo del Cremlino) dell'intera regione del Donbass.

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