Il dramma in Gran Bretagna: 700 persone morte in casa da marzo

Circa settecento persone sono morte nelle abitazioni private in Uk: una tragedia nella tragedia per la Gran Bretagna.

Il dramma in Gran Bretagna: 700 persone morte in casa da marzo

Più o meno settecento persone decedute anche a causa del Sars-Cov2 hanno esalato il loro ultimo respiro all'interno delle proprie abitazioni private: la macabra e tragica statistica proviene dalla Gran Bretagna, che è il teatro di questi episodi. Lo scenario, che riguarda una durata che va dall'inizio della pandemia ad oggi, non vale solo per la nazione governata da Boris Johnson: è stato raccontato qualcosa di simile anche dai pompieri spagnoli.

Ma in questo caso a far spavento è la cifra dei decessi. La casistica relativa ai morti in solitudine o comunque delle persone che sono decedute senza essere state ricoverate va ad aggravare un bilancio che già racconta che il Regno Unito è la nazione europea più colpita in termini di mortalità durante la pandemia. Le indagini epidemiologiche sono già in corso. In Gran Bretagna si sta cercando di comprendere come una tragedia nazionale di questa portata sia potuta avvenire. Neil Ferguson, l'epidemiologo cui si era affidato Boris Johnson in un primo momento, ha individuato negli arrivi di cittadini positivi provenienti dal Sud Europa, quindi anche dall'Italia, una se non la principale causa di una diffusione così sostanziale del nuovo coronavirus. Ma il fatto che circa 700 persone sia morte in casa, e magari da sole, certo non può essere ascritto agli italiani o agli spagnoli.

La statistica non è campata in aria: è stata riportata dal Guardian, uno dei principali quotidiani britannici. Certo, i decessi possono essere accomunati da alcune caratteristiche persistenti nelle vittime, che potevano presentare un quadro clinico già compromesso, così come possono essere state molto anziane, portartrici di handicap e così via. Sappiamo che livello di protezione debba essere messo in campo nei confronti dei più deboli a causa del Sars-Cov2, che però non colpisce soltanto questi soggetti. E la rilevanza statistica, in questa storia, rischia di non rappresentare l'unico elemento sconvolgente: la fonte citata narra di come alcune persone siano state rintracciate anche dopo due settimane dalla morte. Possibile che in buona parte delle circostanze siano stati i parenti o i vicini di casa ad avvisare le autorità delle sparizioni di chi, poi, è stato rivenuto come cadavere.

Mentre scriviamo, i cittadini britannici sono anche alle prese con le aperture che hanno seguito la fase più stringente del lockdown. Il premier conservatore, dopo aver contratto a sua volta il Covid-19, ha insistito molto sulla necessità di proteggere il sistema sanitario nazionale. Adesso si tratta di evitare che la fine del lockdown, con la consequenziale venuta meno di buona parte delle restrizioni, comporti un aumento delle curve esponenziali, tanto dei contagi quanto dei morti. Le regole, insomma, sono più o meno quelle con cui stiamo prendendo confidenza nel Belpaese. Johnson ha anche imposto una quarantena obbligatoria per coloro che entreranno nei territori britannici nel corso di questa fase. Tutti, nel Vecchio continente, sono chiamati alla convivenza con il patogeno che ha sconvolto il globo terrestre.

Vale la pena sottolineare come non tutti i corpi ritrovati possano essere associati alla sindorme derivante dal Sars-Cov2. Alcune di queste settecento persone sono decedute per via di altre patologie o comunque per altre cause che non hanno a che fare con il nuovo coronavirus.

Ma in questi mesi abbiamo anche imparato quanto sia difficile gestire dal punto di vista medico.sanitario le altre malattie, dovendo dare priorità all'insorgenza di un'epidemia che rimane un "cigno nero" della storia contemporanea.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica