Negli Stati Uniti si è da poco accesa una polemica relativa alla partecipazione di un ex portavoce del presidente Trump alla versione locale di Ballando con le stelle.
Tra i concorrenti della nuova edizione figura infatti Sean Spicer, capo ufficio-stampa della Casa Bianca dal gennaio al luglio del 2017, ed è stato proprio lui a confermare, con un tweet, le indiscrezioni circolate nei giorni precedenti in merito alla sua presenza nello show: “È tempo di divertirsi. Sono eccitato dal fare parte di un grande cast e di un programma favoloso”. L’ex collaboratore del tycoon gareggerà quindi insieme ad altri personaggi famosi, tra cui l’attore James Van Der Beek e l’ex giocatore di football americano Ray Lewis.
La partecipazione di Spicer a Ballando con le stelle ha però immediatamente indotto i media di sinistra, come la Cnn e il New York Times, a criticare la scelta dei responsabili del programma, etichettandola come finalizzata a “politicizzare” l’intrattenimento televisivo. In particolare, network e testate progressisti stanno rinfacciando all’ex addetto stampa presidenziale le “montagne di falsità” raccontate all’opinione pubblica americana proprio durante il periodo del suo servizio presso l’amministrazione federale. L’aspirante ballerino è stato infatti ripetutamente accusato di avere piegato il suo ruolo istituzionale all’obiettivo di “compiacere Trump”, stravolgendo la realtà per attribuire al magnate “un successo dopo l’altro”. La presenza nello show dell’ex alto funzionario federale, a causa del lavoro “disonesto” compiuto da quest’ultimo al servizio della Casa Bianca, è stata quindi bollata dagli ambienti liberal come “indecente”.
Una delle “notizie false” per cui Spicer continua a essere fustigato senza pietà dalla stampa e dai tg anti-tycoon è quella, da lui confezionata all’indomani del giuramento di The Donald quale nuovo presidente Usa, secondo cui alla cerimonia di insediamento del miliardario newyorchese avrebbero preso parte “molte più persone rispetto a quella di Obama”. In realtà, l’evento pubblico in questione non aveva superato, relativamente al numero degli astanti, quello che aveva visto come protagonista l’esponente democratico e, pochi mesi fa, proprio l’ex capo-ufficio stampa incriminato si è scusato in televisione per avere “diffuso informazioni ingigantite”.
Al coro di critiche verso la scelta dei produttori di Ballando con le stelle si è aggiunto ultimamente anche il conduttore del programma, Tom Bergeron. Egli ha appunto esternato su Twitter il suo disappunto circa la presenza di Spicer tra i ballerini in gara, scrivendo queste parole: “Finora, lo show è stato sempre contrassegnato dall’assenza di qualsiasi riferimento alla situazione politica, al fine di consentire agli spettatori di passare un po’ di tempo in tranquillità.
La recente scelta dei produttori, di conseguenza, mi ha spiazzato, in quanto è platealmente diretta a rovesciare l’impostazione originaria di Ballando con le stelle. Pur essendo contrariato da questa svolta, dovrò necessariamente adeguarmi a quanto disposto dai vertici della produzione”.
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