Cresce la preoccupazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) di fronte all'epidemia di polmonite scaturita dal nuovo coronavirus cinese.
Nel corso di una conferenza stampa a Ginevra, il portavoce dell'Oms, Christian Lindmeier, ha espresso profonda apprensione per la possibilità, confermata da alcuni studi scientifici, che portatori di coronavirus senza sintomi possano infettare altre persone. Lo stesso Lindmeier ha poi sottolineato come ricevere pacchi postali dalla Cina non comporti alcun problema per il contagio: “Sappiamo che riceviamo pacchi dalla Cina e questo non rappresenta un problema ai fini della diffusione della malattia”.
“Il virus – ha concluso il portavoce in riferimento al 2019-n-Cov - non ha una vita lunga rispetto ad altri virus, ma può stare su una superficie. Se io tossisco sulla mano e passo un telefono, per esempio, ci può essere contagio, ma il tempo di sopravvivenza dello stesso virus è molto, molto ridotto e forse dopo mezzora non può più contaminare persone".
Intanto le autorità sanitarie giapponesi hanno confermato il primo caso di una persona affetta da polmonite da coronavirus che non aveva mai messo piede a Wuhan, la megalopoli dello Hubei dalla quale si è diffusa l'epidemia. A renderlo noto, Katsunobu Kato, ministro della Sanità nipponica, che ha inoltre confermato la presenza nel Paese di sei persone contagiate.
La nuova valutazione di rischio dell'Oms
L'episodio citato riguarda un autista intorno ai 60 anni che all'inizio dell'anno ha guidato un autobus ospitante due gruppi di turisti provenienti da Wuhan. L'uomo, proveniente dalla prefettura di Nara, nel Giappone occidentale, è entrato in ospedale sabato scorso quando gli è stata diagnosticata la polmonite da coronavirus. È stato subito ricoverato e, secondo le prime informazioni, non dovrebbe trovarsi in gravi condizioni.
Episodi del genere ci aiutano a far capire come mai l'Oms abbia corretto la sua valutazione di rischio legata al coronavirus cinese, non più "moderato”, come era stato “sintetizzato erroneamente” nei report precedenti ma “molto alto in Cina, a livello regionale, e alto a livello globale”
Ricordiamo che Pechino ha confermato oltre 4mila casi di contagio e più di 100 decessi. Il bilancio è in continuo aggiornamento in tutto il mondo, con nuove segnalazioni dall'Asia al Canada. Proprio a Pechino, capitale cinese, si è registrato il primo morto: un 50enne che aveva visitato Wuhan lo scorso 8 gennaio e che aveva sviluppato la febbre dopo essere rientrato a casa
Stando a quanto riferito dal professor Gabriel Leung, presidente della medicina di sanità pubblica dell'Università di Hong Kong, le persone infettate dal coronavirus a Wuhan potrebbero “potenzialmente raddoppiare ogni sei giorni” in assenza di un “intervento
importante da parte delle autorità di sanità pubblica”. Eppure il governo cinese ha già isolato 60 milioni di cittadini e bloccato ogni trasporto pubblico nell'area più critica (e non solo): la provincia dell'Hubei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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