"Vogliono imporre l'oscurantismo". Chi c'è dietro la strage dei cristiani in Nigeria

Dietro l'attacco una possibile ritorsione dei fulani contro il governatore dello Stato dell'Ondo. Aiuto alla Chiesa che Soffre: "Con la saldatura tra Boko Haram e pastori musulmani cristiani nel mirino anche nel sud del Paese"

@RotimiAkeredolu
@RotimiAkeredolu

Potrebbe esserci la saldatura tra i gruppi jihadisti come Boko Haram e i pastori fulani dietro l’attacco della domenica di Pentecoste nella chiesa di San Francesco ad Owo, nello stato di Ondo, nel sud-ovest della Nigeria. Secondo gli analisti la cooperazione tra i miliziani islamisti che seminano il terrore nel nord del Paese e i mandriani nomadi in conflitto con la popolazione stanziale per la conquista dei terreni da destinare al pascolo ha esportato la violenza anti-cristiana anche fuori dal tradizionale raggio di azione dei terroristi islamici.

I rappresentanti locali, come Adeyemi Olayemi, non hanno dubbi sul fatto che i pastori radicalizzati siano responsabili della mattanza. Dietro, secondo il deputato della Camera dell'Assemblea statale di Ondo, ci sarebbe una "ritorsione" contro il governatore dello Stato, Rotimi Akeredolu, che ha estromesso il gruppo dall’area. Anche Afenifere, organizzazione locale legata all’etnia yoruba, non ha dubbi sul fatto che l’attacco fosse diretto contro il governatore "per il suo incrollabile sostegno alla sicurezza" e il "rigoroso rispetto della legge sul pascolo aperto". Secondo i racconti dei testimoni, ripresi dai quotidiani locali, gli assalitori, almeno cinque, sarebbero arrivati attorno a mezzogiorno, a bordo di una Golf.

Hanno parcheggiato all’esterno della chiesa e sono entrati nell’edificio qualche minuto prima della fine della messa. Si sono confusi tra i fedeli, poi hanno lanciato un ordigno nella navata principale e hanno aperto il fuoco sparando per oltre 15 minuti. Il parroco, padre Andrew Abayomi, è riuscito a nascondersi assieme ad altre persone finché i terroristi non si sono allontanati. Una volta rientrati in chiesa si sono trovati davanti ad un lago di sangue. A terra c’erano i corpi di uomini, donne e bambini, falciati mentre erano raccolti in preghiera. "Sembrava la scena di un film", ha raccontato al quotidiano nigeriano Vanguard una delle vittime.

Almeno 25 persone sarebbero morte sul colpo. Quelle che ancora respiravano sono state caricate sui pick-up e portate al Federal Medical Centre di Owo. Il bilancio delle vittime è ancora incerto. Si parla di 35 persone, ma potrebbe salire nelle prossime ore. Il presidente Muhammadu Buhari, ha condannato la strage. "Questo Paese - ha detto - non cederà mai al male e le tenebre non vinceranno mai la luce". Ma le autorità sono sotto accusa per non aver garantito la sicurezza, ancora una volta. Da mesi, infatti, nel Paese si moltiplicano le stragi nei villaggi e i rapimenti a scopo di riscatto. "Il governo dovrebbe assumersi la sua responsabilità primaria di garantire la vita e la proprietà dei suoi cittadini. Il mondo ci sta guardando!", esorta monsignor Lucius Ugorji, presidente della Conferenza episcopale della Nigeria. Il rischio, altrimenti, è che si acceleri "la caduta del Paese nell'anarchia".

Per il vescovo della diocesi di Ondo, Jude Arogundade, invece, la Nigeria sarebbe già, a tutti gli effetti, un Paese in conflitto. L’obiettivo degli assalitori, secondo il monsignore, era quello di fare più vittime possibile: "Chi cercava di fuggire all’esterno veniva colpito dall’esterno e quelli che si trovavano dentro sono stati colpiti dall’interno". Poi gli attentatori hanno fatto deflagrare l’altare con la dinamite. "Quello che il mondo deve sapere – ha detto il vescovo – è che la Nigeria è in guerra e che questa guerra è diretta contro i civili". Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, fondazione pontificia che si occupa di sostenere i cristiani perseguitati, è d’accordo: "Questo non è soltanto un attacco ai cristiani, ma è un attacco contro lo Stato e contro le istituzioni debolissime e ultra-corrotte della Nigeria".

"Nel Paese – spiega raggiunto al telefono dal Giornale.it - i cristiani sono quasi la metà della popolazione, attaccarli vuol dire attaccare la laicità delle istituzioni per imporre la propria visione estremista". Nel mirino, quindi, secondo Monteduro, ci sono tutte quelle comunità che non si piegano alla violenza e al radicalismo. In cima alla lista ci sono i cristiani. Ma c'è posto anche per i musulmani moderati o gli studenti. "Non a caso negli ultimi due anni – rivela - ci sono stati tantissimi rapimenti di universitari che frequentano le facoltà scientifiche. Letteralmente Boko Haram significa che ‘l’educazione occidentale è peccato’. Dietro queste stragi, quindi, c’è la volontà di attaccare la cultura occidentale ed imporre l’oscurantismo".

Lo scontro tra mandriani e contadini, in Nigeria, esiste da sempre.

Ma negli ultimi anni c’è stato un salto di qualità, sia per il flusso di armi pesanti dalla Libia destabilizzata, sia per la collaborazione instaurata dai pastori musulmani fulani con i soldati della Jihad attivi nel nord del Paese. "È per questo – spiega Monteduro - che i cristiani ora sono sotto tiro anche in Stati tradizionalmente sicuri".

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