La Svezia non rinuncia a processare Julian Assange, rifugiatosi nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. I pm svedesi, che hanno incriminato il leader di Wikileaks per lo stupro di due donne, hanno chiesto di interrogarlo nella capitale britannica per evitare l’imminente prescrizione che, secondo le leggi di Stoccolma, potrebbe scattare ad agosto.
La richiesta è stata accolta dai legali dell’australiano fondatore di Wikileaks: "È una cosa che andiamo richiedendo da più di quattro anni", hanno commentato. Assange, dopo aver imbarazzato le diplomazie mondiali con la pubblicazione dei cablogrammi Usa, vive dal giugno 2012 nella rappresentanza diplomatica del Paese andino che gli ha offerto asilo politico.
L’attivista sostiene che le accuse di stupro e l’eventuale estradizione in Svezia sono finalizzate a consegnarlo agli Stati Uniti, dove verrebbe processato per la divulgazione di documenti top secret con il rischio di una condanna all’ergastolo.
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