Traccia: «Crollo dei regimi nazionalistici, guerra fredda e motivi economici agli inizi del processo di integrazione europea».
La traccia ha il pregio non irrilevante di essere chiara nella formulazione e di definire un problema storico relativamente circoscritto da un punto di vista sia concettuale sia cronologico. In buona sostanza, si tratta di analizzare la genesi dellintegrazione europea nelle sue radici storiche e culturali, ragioni materiali e circostanze internazionali, prendendo grosso modo la fine della Seconda guerra mondiale come termine a quo e arrivando forse fino ai trattati di Roma del 1957 come termine ad quem. La sconfitta del nazifascismo non può essere considerata nel dettaglio, ma va assunta quale premessa politica e culturale del processo di integrazione. La Seconda guerra mondiale deve essere interpretata come il momento conclusivo di un processo pluridecennale le cui radici prossime risalgono al 1914, le remote al 1870, e nel corso del quale lEuropa ha visto prima entrare in crisi con lunificazione tedesca lequilibrio delle potenze costruito a Vienna nel 1815; ha quindi vissuto nelletà dellimperialismo la sua massima fase di espansione mondiale; infine si è laboriosamente suicidata, avvelenata dallideologia e dalla geopolitica, in due cruentissime guerre mondiali. La guerra fredda sancisce la fine dellegemonia europea a vantaggio di due potenze «laterali» quali gli Stati Uniti e lUnione Sovietica. La frattura fra i blocchi spacca in due non soltanto lEuropa, ma anche la nazione centrale del continente, la Germania. Lintegrazione nasce nel segno di questa divisione, come tentativo di ricostruire un tessuto unitario allindomani della trentennale «guerra civile»; e di ricostruirlo però allinterno di un solo blocco, quello occidentale, reintegrandovi appieno, in funzione antisovietica, la parte di Germania rimasta al di qua della «Cortina di ferro». Il versante economico dellintegrazione non può essere isolato da questo più ampio contesto politico.
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