Luigi Mascheroni
nostro inviato a Torino
Cronache dal Lingotto, terzo giorno del Salone, mentre aumenta il flusso di visitatori e cresce la stizza di chi è rimasto a Milano.
TROPPI LIBRI, TROPPA GENTE Ieri il Salone ha davvero esagerato. Si camminava a fatica tra i corridoi tanto da far rimpiangere quei bei spazi larghi di Tempo di libri - , ogni stand era affollato, tutti gli incontri sold out: code per il firma-copie (ma soprattutto selfie) da Feltrinelli per Saviano, coda per Kent Haruf, supercoda per Fabrizio Gifuni che in Sala 500 leggeva Notturno cileno di Roberto Bolano, sala del Caffè letterario strapiena sia per Covacich sia per Pietrangelo Buttafuoco, e c'era pubblico perfino alla lectio di Gian Arturo Ferrari su «I mestieri dell'editore». Se la gente comprasse i libri con lo stesso ardore con cui partecipa a festival&Saloni, come sarebbe bello il mestiere di editore.
IL CIELO SOPRA TORINO Dopo due giorni di vento, ieri finalmente si è volato in mongolfiera per i reading letterari della «Festa mobile» inventata da Giuseppe Culicchia in giro per la città (si poteva ascoltare anche Bruno Gambarotta leggere Ventimila leghe sotto i mari dentro un sommergibile spiaggiato lungo il Po). Comunque, l'idea era quella di scrittori famosi che leggono passi dei loro testi preferiti sull'aeromobile di Borgo Dora. Portata: 25 passeggeri-ascoltatori massimo. Venti minuti di altissima letteratura e una vista impagabile sopra Torino. Per dire: Giorgio Vasta ha scelto Pinocchio, Diego De Silva Conversazioni in Sicilia, Marcello Fois Cuore Il vostro cronista è salito a bordo del pallone con Marco Cubeddu che ha letto a 150 metri di altezza - incipit e finalissimo del capolavoro di Nabokov. Leggere Lolita al Balon. Una cosa talmente bella che non la rifarò mai più.
PROFUMO DI MONTAGNA Premio simpatia, tra i tanti scrittori-giornalisti-editori-vip che affollano la Lounge del Circolo dei lettori il salotto bene del Salone va a Mauro Corona. Davanti a (un altro) bicchiere di rosso, sbotta, senza motivo: «Ho scritto più di venti libri, ho vinto premi letterari, ho cresciuto una famiglia, ho persino costruito delle case. E perché parlano di me i giornali? Perché una volta alla radio ho detto che non faccio la doccia... Capisci?! E che poi mica è vero che non mi lavo... Senti... Puzzo? Al massimo so di camoscio».
LE TRASGRESSIONI DELLA SCRITTURA Mezzogiorno di fuoco per Richard Ford in Sala 500 con pienone di aficionados. Minacciava malinconia l'intervista di Sandro Veronesi con lo scrittore americano sul suo memoir Tra loro (Feltrinelli), sui suoi genitori e invece sorpresone: «Una famiglia che ti ama non ti fa passare la voglia di sbagliare. Sono trasgressivo per natura: da giovane entravo nelle case, bruciavo macchine, sono stato in prigione. Ma soprattutto facevo a botte. Ancora adesso quando entro in un negozio penso sempre di rubare qualcosa.
Sono cose che non se ne vanno e non me ne dispiaccio. Di recente mi sono tirato indietro di fronte a una rissa perché ho pensato di essere troppo anziano. Ma ci sono stato così male che non lo farò mai più». Per scrivere bene, bisogna essere cattivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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