Monguzzi: «E allora noi ci sospendiamo dal partito...»

(...) I fatti. Ieri da Milano è partita, indirizzata a Veltroni e al coordinatore regionale Maurizio Martina una lettera per denunciare la scarsa presenza di donne. «La carta d’identità del Pd a Milano è ben lontana dall’identikit di una realtà caratterizzata da una vivace e dinamica presenza femminile». In cifre «tre donne su 15 candidati eleggibili alla Camera e 5 su (forse) 18 eleggibili al Senato». E per di più «un affollamento di presenze femminili nella parte inferiore delle liste, comunque al di sotto del 30 per cento previsto dallo Statuto del Pd». Poi l’attacco. «La democrazia paritaria fra uomini e donne, uno dei fondamenti della nascita del Pd pienamente realizzato nella fase di gestazione del nuovo partito, è clamorosamente venuta meno alla prima prova impegnativa. Oltretutto dopo che le donne hanno rappresentato una grande ed entusiastica forza nella nascita dei nuovi organismi territoriali e nella non facile gestione della veloce consultazione dal basso». Addirittura autosospesi i vertici lombardi dei Verdi che lasceranno se «non sarà valorizzato chi è in grado di prendere voti».

Pietro Mezzi, Maurizio Baruffi, Massimo Molteni, Marcello Saponaro ed Enrico Fedrighini spiegano che «impedire di candidare ai primi posti persone come Monguzzi, equivale a indebolire i Verdi, la Sinistra Arcobaleno e il progetto unitario».

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