Moni Ovadia si dimette: «Resto al servizio della città»

Si è dimesso dal consiglio comunale «ma non dalla città». Precisazione che sta a cuore a Moni Ovadia, eletto nelle fila dell’Ulivo ma costretto ad abbandonare subito l’incarico perché l’impegno di attore e regista teatrale lo costringerebbero «ad un ruolo zoppo». Il 15 luglio Ovadia debutterà al Teatro Strehler di Milano col suo nuovo spettacolo «Le storie del signor Keuner», che porterà a lungo in tournée lontano dalla città. «Con rammarico», ha spiegato dunque in aula di essere costretto ad dimettersi dal consiglio. «Ma continuerò a dare il mio contributo all’Ulivo e a tutta la città sui temi che mi sono più cari - ha assicurato -: cultura, accoglienza, immigrazione». Ebreo nato in Bulgaria, Ovadia arrivò in Italia da profugo quando aveva solo 4 anni. «Ho un sogno - ha raccontato -: organizzare proprio a Milano uno sciopero di tutti gli immigrati dal proprio posto di lavoro, allo slogan “se noi non ci fossimo”».

Parole di apprezzamento per l’assessore alla Cultura scelto dal sindaco Moratti: «Con Vittorio Sgarbi l’assessorato è nelle mani di un vero uomo di cultura. Verificheremo il suo operato ma mi sembra una scelta pertinente». Il suo posto in consiglio sarà preso ora da Ettore Martinelli, giovane avvocato diessino.

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