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Monta la xenofobia a San Pietroburgo: ucciso un africano

da San Pietroburgo

San Pietroburgo da capitale degli zar a capitale dell'odio etnico: l'affascinate città sul fiume Neva contende a Mosca il primato di delitti a sfondo xenofobo, in una Russia sempre più ostile nei confronti di chi ha un diverso colore della pelle.
L'ultima vittima di una lunga serie è un senegalese di 28 anni, Sala Lanksar, studente in un istituto superiore per le telecomunicazioni e membro di «Unità africana», una organizzazione per la protezione dei diritti degli ospiti dal continente nero. Stava uscendo ieri all'alba assieme ad alcuni amici dalla discoteca «Apollo», luogo di ritrovo per i giovani africani, dove era stata organizzata una festa. Qualcuno ha fatto fuoco nel mucchio, i ragazzi si sono messi a correre: Sala è rimasto a terra, ucciso sul colpo.
Pochi metri più in là c'è un commissariato di polizia, ma nessuno ha visto nulla. La firma xenofoba sull'agguato comunque è apparsa subito evidente: sul posto è stato trovato un fucile a pompa, probabile l’arma del delitto, con incisa una svastica, una sgrammaticata scritta «Skinheads» e il motto «Uccidi i negri». Qualche testimone è riuscito a fornire un identikit: si cerca ora un giovane bianco, magro, di media statura, fra i venti e i trenta anni.


Dall'inizio dell'anno, a San Pietroburgo si sono verificati ben 12 casi di aggressioni gravi a sfondo razzista: la più clamorosa, a fine marzo, ha colpito una bimba di 9 anni, figlia di un cittadino del Mali e di una russa, accoltellata sulle scale del suo condominio.

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