«Montalbano cerco» Boom di turisti nei luoghi dei film

Giuseppe Marino

«Vengono qui e chiedono se è il Comune di Rivombrosa», spiegano i custodi del castello di Aglié Canavese, in provincia di Torino, dove è stata girata la famosa fiction. Né il paese né il maniero in realtà si chiamano Rivombrosa, ma l’equivoco non disturba affatto gli abitanti della zona, visto che i visitatori del castello sono passati da 100 a 800-1.000 ogni domenica.
Certo i turisti vanno anche a Roma vedere la fontana di Trevi ricordando il bagno di Anita Ekberg nella «Dolce vita». Ma se la fontana è di per sé un’attrazione, la potenza di cinema e tv è tale da spruzzare di glamour anche i posti più oscuri. «Il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella»: È bastata questa frase nel film «Caro Diario» di Nanni Moretti per far impennare la popolarità del misconosciuto quartiere romano. «Io ho deciso di andarci a vivere dopo aver visto il film - dice Fabio Benincasa, ricercatore universitario - e proprio in quegli anni sono iniziati a lievitare i prezzi delle case». Fenomeno simile è accaduto a Città di Castello: «Dopo la fiction Rai "Don Matteo" - dice Carlo Bassi, amministratore delegato di ExpoCts, la società che organizza la Borsa del turismo - i prezzi degli immobili hanno preso a salire. Il cineturismo e il teleturismo sono fenomeni in crescita in tutto il mondo, e finalmente se ne sta accorgendo anche l’Italia».
Bitlab, osservatorio del turismo della Bit, insieme al «Centro studi luoghi & locations», qualche mese fa ha realizzato un sondaggio sul peso del «movente cinematografico» tra un campione di turisti stranieri che si trovavano in località italiane. Il 72% ha risposto che il desiderio di venire in Italia era aumentato «molto» o «abbastanza» dopo aver visto un film girato in Italia. È emerso che perfino le pellicole che dell’Italia non davano un’immagine rose e fiori hanno esercitato un effetto di attrazione, come Il Padrino III, la pellicola risultata più citata dai turisti intervistati. «Il caso recente più clamoroso - dice Bassi - è quello della Passione di Mel Gibson. Un caso internazionale, e l’afflusso di turisti tra i Sassi è stato tale che che la città di Matera si è trovata impreparata».
Le comunità locali hanno cominciato a capire il potente effetto di marketing che lo schermo può avere. Quando è circolata la voce che l’autore delle Cronache di Narnia si fosse ispirato all’umbra Narni, il paese si è mobilitato per rafforzare il legame, chiedendo pareri a studiosi. E a Porto Empedocle il Comune ha deciso di aggiungere sul cartello d’accesso al paese la dicitura «Vigata», dal nome della città di fantasia in cui si muove il commissario Montalbano, creato dalla penna di Andrea Camilleri e consacrato in tv dal volto di Luca Zingaretti. La Bit nel frattempo ha avviato una nuova ricerca specifica sull’effetto di attrazione turistica determinato dalle fiction tv.

«Da qualche anno almeno Rai Fiction ha iniziato a fare accordi con gli enti locali - aggiunge Bassi - ma i rapporti tra istituzioni turistiche e cinema da noi sono ancora all’anno zero. All’estero ci sono incentivi per attirare le produzioni». Per non parlare dei pacchetti cineturistici. Per ora, è il caso di dirlo, sono ancora solo un film.

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