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Montecarlo, Frattini: "L'inchiesta? Atto dovuto" Bocchino "Complice di dossieraggio dissennato"

Rispondendo all'interpellanza alla Camera di Fli sulla casa di Montecarlo, il ministro degli Esteri si dice fiducioso: "La verità è una sola e sarà accertata dalla magistratura". Dura la replica di Bocchino: "Frattini protagonista di vicenda torbida"

Montecarlo, Frattini: "L'inchiesta? Atto dovuto" 
Bocchino "Complice di dossieraggio dissennato"

Roma - Accetta l'inchiesta della procura che indaga su di lui il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ritenendola "un atto dovuto". Lo ha dichiarato rispondendo alla Camera all'interpellanza di Fli di questa mattina sulla casa di Montecarlo. Il ministro è fiducioso: "La verità è una sola e sarà accertata dalla magistratura". 

Le accuse Fli accusa Frattini di aver ottenuto "in maniera non ufficiale" i documenti che  proverebbero il possesso di Giancarlo Tulliani della casa di Montecarlo al centro dello scandalo che ha coinvolto quest’estate il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Benedetto Della Vedova, che ha illustrato l'interpellanza, ha attaccato il ministro: "Resta però ancora da capire come mai la diplomazia italiana abbia ritenuto di dover intervenire in maniera così diretta sulla vicenda, come ha avuto quei documenti da Santa Lucia e perché?".

La risposta di Frattini Il ministro degli Esteri ha sottolineato che "Per fugare, anche sul fronte internazionale, ogni dubbio suscitato da false ricostruzioni sulla manipolazione del documento e per tutelare l’immagine dello Stato italiano, ho ritenuto di chiedere alle autorità di Santa Lucia l’autenticità dell’atto emesso dal ministero della giustizia di quel Paese".

La ricostruzione In seguito Frattini ha ricostruito le modalità con cui chiese al governo dell’isola caraibica i documenti sulle società offshore che comprarono la casa: "La richiesta è stata effettuata con una mia lettera ufficiale il 6 ottobre 2010 - ha spiegato il responsabile della Farnesina - la richiesta è stata trasmessa al governo di Santa Lucia ovviamente in via diplomatica attraverso le rispettive rappresentanze presso le Nazioni Unite, non essendovi come è noto sedi diplomatiche italiane a Santa Lucia o sedi di Santa Lucia in Italia. Per parte sua, il primo ministro di Santa Lucia ha ritenuto di rispondere con una lettera e con degli allegati che sono pervenuti il 28 dicembre al gabinetto del ministero da me presieduto; e sono stati da me visionati al mio rientro dopo le festività". A quel punto, Frattini ha "inviato la lettera e la documentazione ad essa allegata alla Procura per le valutazioni di competenza, come atto di corretta collaborazione tra istituzioni, e non ovviamente come denuncia di reato.

La ribattuta di Bocchino Immediata la replica di Italo Bocchino, capogruppo di Fli, che ha definito Franco Frattini "reo confesso, come complice di un’azione di dossieraggio" in quanto "ha violato il galateo istituzionale, ha messo la Farnesina a disposizione di una strategia contro al terza carica dello Stato, piegando a questa logica i mezzi della diplomazia italiana". L'accusa di Bocchino alla Farnesina è quella di aver cercato i documenti per "andare all’assalto del presidente della Camera".  Il capogruppo di Fli sottolinea, poi, di aver visto i documenti di Santa Lucia e "lì non c’è scritto niente. La verità, insiste, "è che lei si è prestato ad una operazione di dossieraggio dissennata, con un obiettivo anti istituzionale teso a colpire il
presidente della Camera. Non è così che si servono le istituzioni".

Briguglio chiese chiarimenti al Governo A chiedere chiarimenti alla presidenza del Consiglio e al ministero degli Affari esteri, fu l'on.

Carmelo Briguglio (Fli) che rilasciò una dichiarazione del 22 settembre 2010 "alle agenzie Ansa e Apcom, che faceva riferimento testualmente a 'responsabilità e competenze della presidenza del Consiglio e del ministero degli Esteri', e lamentava la gravità di pubblicazioni di documenti falsificati", come ha rivelato lo stesso Frattini.

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