da Roma
Siena contro Bologna. Monte dei Paschi contro Unipol e quindi contro le cooperative. Grattando ancora la superficie: Massimo DAlema contro Franco Bassanini. Gli ultimi sviluppi della vicenda Bnl hanno avuto ripercussioni anche a sinistra. Giovedì scorso la banca controllata dagli enti locali senesi ha deciso di disimpegnarsi dalla controffensiva degli italiani alla scalata di Bnl da parte degli spagnoli del Bbva.
Dentro i Democratici di sinistra il «divorzio» tra Mps e Banca nazionale del lavoro - ha osservato ieri il Corsera - aveva un solo sostenitore e cioè Franco Bassanini. Il senatore Ds è stato quindi il vero vincitore, insieme alla fondazione Mps (in particolare al presidente Giuseppe Mussari), il sindaco di Siena Maurizio Cenni e il presidente della provincia Fabio Ceccherini. Ha invece perso chi era a favore di un accordo tra Mps e Bnl, soprattutto il presidente dei Ds Massimo DAlema, ma anche altri esponenti di punta della Quercia come il responsabile economia Pierluigi Bersani e forse anche il segretario del partito Piero Fassino. Il vertice Ds avrebbe voluto vedere Mps a fianco di Unipol nella battaglia per litalianità delle banche.
Quando il Montepaschi ha divorziato da Bnl cè chi parlato del rischio che si crei un «muro» tra Bologna (sede della compagnia assicurativa delle coop) e Siena. E cè chi ha legato questo ultimo tassello della guerra per Bnl a unaltra vicenda, quella delle fondazioni bancarie. Sempre giovedì in commissione Finanze e Industria del Senato è stato votato un emendamento presentato da Maurizio Eufemi (esponente dellUdc vicino al governatore di Bankitalia Antonio Fazio) per congelare il diritto di voto delle banche delle fondazioni al 30 per cento.
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