Montezemolo, il nuovo bersaglio della sinistra

da Roma

L’Unità parla di «nuovo corso» e di «capriole». Se i leader Ds hanno tentato la strada dell’equilibrio, mostrando stupore per le parole del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo su Finanziaria e proporzionale ma senza attaccare apertamente l’imprenditore, il loro giornale di riferimento non maschera la delusione. Continua insomma l’imbarazzo del centrosinistra che un tempo aveva incoronato Montezemolo come presidente di «un corso nuovo». E proprio di new deal nel senso di avvicinamento al centrodestra parla con toni quasi offesi l’Unità: «Montezemolo, contrordine industriale», titolava ieri il quotidiano diretto da Antonio Padellaro: «Su Finanziaria e legge elettorale - si chiariva nel catenaccio - il leader degli imprenditori ora scopre le virtù del governo».
Del resto lo stesso Montezemolo ieri aveva precisato a Repubblica che la sua posizione è molto diversa da quella del centrosinistra sulla finanziaria del governo: «Rimane una manovra equilibrata e responsabile - ha spiegato in una “chiacchierata” - che non distribuisce risorse a pioggia, ma che lancia un piccolo segnale al sistema delle imprese, difendendo la tenuta della finanza pubblica».
Romano Prodi ieri ne ha preso le distanze, anche se con toni cortesi: «Le sue ragioni le spiegherà lui - ha commentato riferendosi al presidente di Confindustria -. Io non posso fare il suo interprete. Ma il suo discorso mi sembra chiaro, più o meno dice che c’è il maggioritario ma non siamo felici dell’instabilità dei governi». Quindi il leader dell’Unione ha chiarito il suo pensiero: «Io mi limito a constatare che la stabilità è un valore, anche se a governare c’è Berlusconi».
È molto più preoccupata la lettura delle parole di Montezemolo proposta dal segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti: «Sta maturando un’idea neocentrista che non prende la forma di un partito, ma di una coalizione enorme che taglia le ali estreme. Interpreto così - valuta Bertinotti - le recenti mosse di Confindustria».
Se l’alleato comunista mette in luce le distanze, Piero Fassino minimizza: le dichiarazioni di Montezemolo a Capri sono frutto «o di un equivoco o di una strumentale interpretazione delle sue parole che sono molto esplicite».

Il segretario della Quercia riassume quindi: «Montezemolo ha detto, ed era del tutto legittimo che lo dicesse, “a me questo maggioritario così non piace”, ma non ha detto che “per questo io sono favorevole a tornare al proporzionale”. Anzi».

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