Montezemolo: «In politica, ma lontani dai partiti»

«Le nostre critiche non esprimono una scelta di campo»

Gian Maria De Francesco

nostro inviato a Vicenza

«Confindustria deve essere dentro la politica, ma lontana dai partiti. Le nostre critiche non esprimono una scelta di campo. Non sono neppure dettate da logiche di scambio che non ci appartengono». Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha sintetizzato così l'impegno «politico» di Viale dell'Astronomia ribadendo che gli imprenditori «non si fanno tirare per la giacca da nessuno». Anzi il leader degli industriali ha rivendicato l'autonomia del sistema imprenditoriale che vuole tornare a dettare l'agenda di Palazzo Chigi, stimolato anche dalle aperture prodiane. Nelle intenzioni il principio ispiratore di Montezemolo è «né con Berlusconi né con Prodi ma con chi fa impresa». In pratica gli appunti e le critiche mosse al governo di centrodestra hanno avuto una parte determinante all'interno di un discorso che proprio alla classe politica italiana si è rivolto in molti punti fondamentali. A cominciare dalle battute iniziali nelle quali il presidente di Confindustria risponde agli appelli del premier all'ottimismo sul futuro dell'Italia. «L'essere ottimisti sulle nostre capacità ci dà il diritto e il dovere di pretendere che il Paese non remi contro». Ed è sempre a Berlusconi, il quale la scorsa settimana aveva accennato all'autoreferenzialità montezemoliana, che si è rivolto: «Sono orgoglioso di rappresentarvi, tutti».
La prima bocciatura non ha riguardato aspetti economici, ma la legge elettorale, «un sistema incredibile che rifiuta persino il confronto con gli elettori sui candidati». Montezemolo ha citato nuovamente il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, asserendo che «la crisi italiana è strutturale ma non irrimediabile». Ma, a suo parere, l'Italia «può farcela»: l'importante è che ci sia una politica «all'altezza anche nei momenti normali» e non solo nelle situazioni straordinarie. «All'Italia - ha aggiunto - serve un governo che tenga ferma la barra» in sede europea sui temi della concorrenza (il grande tema del convegno confindustriale). Ben vengano, quindi i campioni nazionali quando sono «il prodotto di un Paese che funziona e non il risultato di operazioni dirigistiche». Montezemolo ha perciò ribadito una ferma opposizione al progetto Eni-Enel e a quelle integrazioni bancarie studiate a tavolino.
Ma il vero nemico di Viale dell'Astronomia è il «neo-statalismo municipale» che, dal 1996 al 2005, hanno portato le spa controllate da enti locali da 30 a 700. Gli altri nemici sono: la burocrazia, il localismo del partito dei «no» a Tav e rigassificatori e la spesa pubblica giunta al 48,5% del pil.
Il taglio di un punto del cuneo fiscale della Finanziaria 2006 è stato giudicato una «misura buona», ma a Confindustria serve di più.

L'agenda montezemoliana prevede nell'ordine: una fase costituente per la «ricostruzione istituzionale» del Paese, una «riduzione di 10 punti del costo del lavoro» in cambio di qualche rinuncia sui trasferimenti alle imprese e «un rapporto con il sindacato non conflittuale e collaborativo» che porti alla riforma degli ammortizzatori sociali e al completamento della legge Biagi. «Una grande riforma di cui bisogna dar atto al governo», ha riconosciuto Montezemolo tra gli applausi.

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