Dalla gloria del record mondiale sui 100 metri all'ignominia dell'arresto per truffa. La parabola discendente di Tim Montgomery ha compiuto tutto il suo corso ed il 31enne nativo di Graffney (Carolina del Sud) dopo aver detto addio ai suoi primati per colpa del doping, ha ora perso anche la libertà con l'accusa di frode bancaria e riciclaggio. Ma i guai del velocista vengono da lontano e sembravano aver raggiunto il culmine già il 13 dicembre dello scorso anno, quando il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna lo aveva squalificato per due anni. Tim era rimasto invischiato nell'inchiesta Balco, accusato da un'inchiesta federale statunitense di essere uno dei clienti del misterioso laboratorio californiano, ovvero uno di quegli atleti che vi si rifornivano di sostanze proibite.
Venne squalificato sulla base delle accuse dell'altra atleta Kelli White. Tutti i risultati ottenuti da Montgomery a partire dal 31 marzo 2001 (e quindi anche il primato mondiale, 978, stabilito a Parigi il 14 settembre 2002) vennero cancellati ed i premi confiscati. Due giorni dopo, vinto dalla disperazione, Montgomery annunciò l'abbandono dell'attività agonistica. «Sono finito, mi ritiro» disse dalla sua casa di Hampton.
Montgomery, dai record alle manette
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