Monza - Fumo e fiamme altissime hanno distrutto un condominio di via Grigna chiamato "Il Focolare". Un morto e sette feriti di cui due gravissimi è il primo bilancio del disastro. Le fiamme sono scoppiate attorno alle 5 e si sono diffuse in breve tempo. Dalla raccolta delle testimonianze di polizia e carabinieri il fatto in realtà sembra risalire alle 24 di ieri quando la famiglia che abita al secondo piano è rientrata dopo una cena. Il capofamiglia ha sentito subito un odore acre simile a quello della gomma bruciata. Preoccupato ha chiamato i vigili del fuoco. Alla centrale gli hanno consigliato di controllare prese ed elettrodomestici. Dal giro di ricognizione non è risultato nulla di visibile per cui i vigili del fuoco gli hanno consigliato di restare tranquillo. Nessuno ha deciso un sopralluogo. Ma probabilmente era l’avvisaglia di quanto sarebbe successo più tardi.
L'incendio La famiglia si è accorta delle fiamme che probabilmente sono scoppiate da una presa o un quadro elettrico all’interno della cabina armadio. Sono scappati e hanno subito avvisato la portinaia e i vigili del fuoco. "Ho avvertito tutti al citofono - racconta Giuseppina Sciarrotta, portinaia - anche le famiglie dei piani alti che già erano stati avvolti dalle fiamme e fumo. Ed è l’ultima volta che ho sentito la voce di Cesare Ubertoni che mi ha gridato nel terrore che non riusciva a scappare con la sua famiglia".
La vittima e i feriti Cesare Ubertoni, ingegnere dirigente HP, 53 anni, è rimasto intossicato in modo grave tanto che i vigili lo hanno trovato già morto. Il resto della famiglia, che abitava al quinto piano, è invece stata recuperata mentre priva di sensi giaceva intorno al tavolo della cucina circondata da panni e cuscini bagnati. La madre Patrizia è ricoverata in grave condizioni all’ospedale di Vimercate, stesse condizioni disperate per la figlia Giulia, 19 anni, all’ospedale di Monza dove è ricoverato anche il fratello Andrea, 21 anni, che sta migliorando. Anche la famiglia Meschia, quattro persone residenti al quarto piano, è rimasta intossicata dal fumo e ora è ricoverata all’ospedale di Desio ma se la caverà.
Porta blindata Secondo le testimonianza i vigili avrebbero perso tempo prezioso nel cercare la famiglia Ubertoni a causa del fatto che nessuno rispondeva ai richiami e che allo stesso tempo c’era un appartamento sfitto sullo stesso pianerottolo.
La gente sfollata ha continuato a sollecitare i vigili alla ricerca degli Ubertoni perché sapevano che in quell’appartamento c’era una famiglia anche se nessuno rispondeva. È probabile che la porta blindata, con il calore, si sia gonfiata e che Cesare Ubertoni non sia più riuscito ad aprirla rimanendo bloccato all’interno con tutta la famiglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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