Monza, i compagni di Faglia vogliono sfrattare il golf club

Per gli ambientalisti quel campo non è compatibile con l’ecosistema

Monza, i compagni di Faglia vogliono sfrattare il golf club

«Il golf club non è compatibile con il Parco di Monza». Tesi urlata dai pasdaran del centrosinistra, dai Verdi che sostengono Michele Faglia. Il sindaco uscente di Monza sa giù dunque che «il rinnovo della concessione golfistica nel parco» non s’ha da fare. Altrimenti, sostengono le associazioni ambientaliste, se non si mette fine «all’insediamento delle 27 buche nel parco di Monza» non si interrompe «quel consistente e persistente danno ambientale e paesaggistico prodotto ai danni del parco».
Virgolettato destinato a finire nel programma elettorale di Faglia che fa già sorridere non solo gli ospiti della club house del circolo golfistico monzese ma pure i cittadini. Già, il golf club nato in luogo speciale - sulle ceneri del Bosco Bello - è ben integrato con l’ambiente e il territorio, come dimostra una ricerca sulla compatibilità tra il campo - realizzato su una superficie di 94 ettari - e i restanti 638 ettari del parco. Ma non solo. «L’analisi messa a punto da un’equipe di otto ricercatori dimostra come un campo da golf sia sempre complementare all’ambiente circostante, anche nell’equilibrio delicato con un grande parco» annota Angelo Zanchi, presidente del golf club Milano.
Come dire: «Un percorso diventa col tempo, grazie alle caratteristiche ambientali ed estetiche, patrimonio di tutti. Cioè una struttura dalla quale la comunità circostante può trarre vantaggio grazie alla diffusione di una pratica sportiva di alta valenza sociale, all’offerta di posti di lavoro e soprattutto di armonia paesaggistica e cura del territorio». Chiaro a tutti, escluso all’ambientalista Faglia and company. Per loro «quel campo» non è «compatibile con l’ambiente» e «non contribuisce, anzi rallenta lo sviluppo di una diffusa fruizione sociale sostenibile di una ampia zona del parco». Uscita niente male, quella dei talebani del centrosinistra indisponibili, dicono, «a venire a patti» con quelli del golf.
Nessuno stupore, però: «Purtroppo, questo è il sindaco Faglia che vorrebbe perfino dismettere l’autodromo di Monza. E che, sorpresina, sta per aumentare l’affitto ad alcune cooperative affittuarie di cascine nel parco. Cooperative che gestiscono un centro anziani e attività ricreative per bambini e ragazzi. Che aggiungere? È un film già visto con il centrosinistra al governo di Monza» commenta Osvaldo Mangone, capogruppo di Forza Italia.


«No comment» in casa diessina dove però si festeggia un’altra impresa «ambientalista» del sindaco uscente: la trasformazione urbanistica dell’area ex Tpm di via Borgazzi, dove «dal pgt è prevista una stazione della metropolitana, un parcheggio sotterraneo, un edificio terziario direzionale e un albergo» gongola soddisfatto l’assessore all’urbanistica Alfredo Viganò. Ennesima prova che il piano di governo del territorio voluto dal duo Faglia & Viganò è solo «lottizzazione rossa», una colata di metri cubi da Guinness dei primati.

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