Moratti assente per malattia alle celebrazioni: «Milano città di libertà»

Il sindaco affida un comunicato alla Rai: «Partigiani, donne, ebrei hanno lottato contro la dittatura nella patria dell'editto di Costantino»

Letizia Moratti non arriva in piazza Sant'Ambrogio, al Sacrario dei caduti molti si attendevano che avrebbe commemorato le vittime della guerra di liberazione al nazifascismo, a prescindere dalla loro appartenenza. Il motivo addotto è un'improvvisa indisposizione. Ma il sindaco ha affidato il suo pensiero alla Rai. «Il 25 Aprile è una festa di libertà. Milano custodisce i valori del 25 aprile come parte della sua identità» dice la Moratti in una dichiarazione. «A Milano - ha spiegato - per la prima volta la parola libertà entrò in una Costituzione: quella della Repubblica Cisalpina, che proclamava: la libertà consiste nel poter fare ciò che non nuoce ai diritti altrui. Da allora l'idea di libertà è stata la base dei diritti. Gli stessi diritti su cui si fondano la Resistenza, la Costituzione, la Repubblica e l'Europa».
«Nella sua cultura di libertà - ha proseguito il sindaco - Milano aderisce convinta all'invito del Presidente Napolitano. Perchè il 25 aprile ritrovi anche oggi un'Italia unita. Perchè a combattere per la libertà in quel 25 aprile c'era un popolo. C'erano i partigiani, con le loro famiglie. C'erano le donne, c'erano gli ebrei italiani e milanesi, i più colpiti dalle persecuzioni della dittatura, che portavano il loro contributo di combattenti e difensori della libertà e del Paese». «Milano - ha concluso il sindaco - è una città di libertà.

È la città dell'Editto di Costantino, della civiltà dei Comuni, dell'Illuminismo, del Risorgimento, della Resistenza. La Resistenza è figlia di tante anime, ma tutte unite nella passione per la libertà. Grazie a tutti quanti ci hanno reso possibile e ci rendono possibile oggi vivere la libertà».

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