Dallentusiasmo allo choc in pochi attimi. Lo scatto di un folle e la piazza che applaudiva Silvio Berlusconi appena sceso dal palco si divide. Tra sgomento e rabbia. «Datecelo a noi», urla un uomo con la bandiera del Pdl ancora srotolata. Esasperazione e voglia di prendersela con qualcuno. «Ma come hanno fatto a farlo arrivare così vicino? Ma dovera la polizia?». Senza tener conto di quanto il premier si fosse avvicinato alle transenne, come spesso ama fare con la scorta che si dispera, per stringere le mani. Gesti di gioia, sfregiati ieri sera dallaggressione vigliacca di chi si era nascosto nel gruppo dei sostenitori.
«Questo atto - il primo commento del sindaco Letizia Moratti che era lì a un passo - è la conferma del male che nasce da un uso distorto della critica politica e dellassurda demonizzazione di uno dei politici più importanti della storia della nostra democrazia». Immediata la reazione. «La condanna di questo gesto si unisce alla mia profonda considerazione per Silvio Berlusconi e al mio impegno personale a riportare il confronto nei suoi naturali confini». Durissima, invece, la dichiarazione di Umberto Bossi che era appena stato definito da Berlusconi sul palco amico e alleato fedele. «Può anche essere il gesto di un matto - luscita del senatùr, uno che allodio è abituato - ma è il clima che preoccupa. E il clima è quello del terrorismo».
Un passo avanti quello del governatore Roberto Formigoni, appena incoronato dal premier candidato alle elezioni regionali. «Esprimo il massimo affetto e la massima vicinanza al presidente Berlusconi colpito da una vile aggressione - le sue parole - Trovo rivoltante la dichiarazione giustificazionista di Di Pietro. Di Pietro non ha pudore nel dichiararsi formalmente contro la violenza e nellelencare poi false motivazioni che giustificano, secondo lui, o rendono meno esecrabile laggressione al presidente del Consiglio. Se vuole trovare istigatori della violenza, Di Pietro si guardi allo specchio. La sua predicazione costante di odio e di delegittimazione di qualsiasi avversario è una delle principali cause del clima negativo in cui versa il Paese».
Un gesto inaccettabile di violenza per Guido Podestà, immediatamente accorso al san Raffaele per far visita al premier. «Si inquadra - spiega il presidente della Provincia - nello stesso clima di odio anti democratico che abbiamo respirato anche quando gruppi di contestatori hanno impedito, non solo alle autorità ma anche ai familiari delle vittime, di intervenire nella cerimonia di commemorazione della strage di Piazza Fontana. Si è trattato di un gesto inaccettabile di violenza, figlio della demonizzazione di cui negli ultimi anni, mesi e settimane è stato oggetto Berlusconi. La responsabilità di quanto avvenuto va ascritta a quanti hanno incitato contro il presidente del Consiglio. Sono nomi che conosciamo benissimo. Basta rileggere le cronache di questi ultimi giorni per capire a chi mi riferisco». Un clima pesante per Milano. «È sconvolgente - aggiunge Podestà - che un facinoroso abbia potuto commettere questa azione criminale mettendo a repentaglio la sicurezza, non solo di Berlusconi e delle autorità presenti, ma anche di migliaia di cittadini convenuti in Piazza del Duomo per partecipare a una manifestazione democratica. Cè veramente da preoccuparsi perché risulta sempre più evidente che in questo Paese vi è chi intende impedire il confronto democratico».
Scosso anche il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri che era a un passo da Berlusconi. «Colpite le istituzioni e quindi ciascuno di noi - dice a pochi attimi dallaggressione -. Insieme al Paese tutta Milano deve reagire subito e con decisione perché non siano più percorse strade pericolose che possono portarci ancora al buio della Repubblica».
E Berlusconi? «Sono miracolato», ha detto in serata a Emilio Fede che lo è andato a trovare. «Mi ha detto che un centimetro più su e avrebbe perso locchio - racconta il direttore del Tg4 -.
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