La Moratti: "Boeri non dirà che ho cattivi collaboratori"

Il sindaco liquida l’autocandidatura del suo avversario: «Era con me a Parigi, non mi ha detto niente Io aspetto le primarie». Niente partecipazione alla festa del Pd e accelerazione sui progetti per il 2011

La Moratti: "Boeri non dirà 
che ho cattivi collaboratori"

Sarà che da giovanissima giocava a calcetto. «Ero ala sinistra», ha raccontato ieri. Letizia Moratti ha ritrovato la grinta dell’attaccante e per smontare la candidatura di Stefano Boeri alle primarie del centrosinistra ha giocato di ironia. «Immagino che ora sarà più difficile per la sinistra dire che non siamo capaci a scegliere dei buoni collaboratori», ha sottolineato. Boeri è l’architetto che il sindaco ha scelto per disegnare il masterplan di Expo 2015. Due giorni fa si è dimesso dalla guida della Consulta («ed era assolutamente necessario che lasciasse l’incarico, non avrebbe potuto continuare essendo candidato», ha commentato la Moratti). Ma dopo tante polemiche del Pd e della sinistra radicale sulle superconsulenze in Comune e sospetti sui meriti dei collaboratori arruolati in questi anni dal sindaco, è come togliersi un bel sassolino dalle scarpe. Certo, dopo aver lavorato a stretto fianco dai tempi della candidatura ad Expo a oggi (festa per la vittoria compresa) trovarselo come avversario per la conquista di Palazzo Marino sa di pugnalata alla schiena. Ma lady Letizia abbozza a chi le domanda se è delusa di aver coltivato una «serpe in seno». «Sono considerazioni che lascio alla coscienza di Stefano Boeri, non posso farle io per conto suo». E poi, punzecchia, «vediamo, aspettiamo le primarie tra l’altro, no?». Come dire: meglio non dare per scontato che l’archistar avrà la meglio sugli altri candidati, in lizza ci sono anche l’avvocato Giuliano Pisapia e il consigliere provinciale Roberto Caputo. Ma non nasconde che l’improvvisa voglia di Boeri di governare la città sia stata anche per lei una sorpresa. «Di nomi in giro ce n’erano tanti - ammette - e ognuno è libero di scegliere come pensare di svolgere al meglio il proprio impegno per la città. Lui ha fatto questa scelta e tutte le scelte vanno rispettate». Di certo «non me ne aveva assolutamente mai parlato, abbiamo lavorato insieme fino a pochi giorni fa ed è venuto con me a Parigi (il primo luglio, ndr.) a presentare il masterplan di Expo al Bie». Tant’è, incassato il voltafaccia, si fa scivolare anche le polemiche dei giorni scorsi, i continui dubbi sulla ricandidatura o i sondaggi non troppo incoraggianti sul suo appeal in città. «L’unico sondaggio che mi interessa è questo, il 100% del mio impegno per Milano. Io continuo a lavorare, sono impegnata in un lavoro quotidiano fatto di incontri e di messa a punto del programma da qui a fine mandato». Non è all’ordine del giorno invece la partecipazione alla festa del Pd che ha aperto i battenti ieri al Palasharp. «Non ho ricevuto inviti a dibattiti» ha puntualizzato. Già l’anno scorso aveva chiarito che era disponibile ad un confronto su temi per la città, ma anche questa volta l’invito del centrosinistra era limitato ad una visita tra stand e tavolate.
Anche ieri invece sono proseguiti gli incontri con la squadra sui progetti da realizzare entro la fine del mandato. Dalle politiche a favore dell’occupazione con l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi ai progetti urbanistici (Pgt in testa) con Carlo Masseroli. Inevitabile un focus sul progetto di abbattere il quartiere Aler del Giambellino rivelato la scorsa settimana, l’invito del sindaco è stato a non agitare i residenti, visto che il piano sarà messo a punto insieme ai sindacati degli inquilini. E questa mattina nella prima seduta post-ferie la giunta voterà una delibera da 34 milioni di euro per la realizzazione di nuova edilizia residenziale in via Giambellino 127-129.

Un progetto in realtà che si trascina da anni perchè manca la copertura finanziaria da parte dello Stato, e anche il bilancio del Comune non naviga in buone acque. Tempi biblici, ma almeno si dà il via alla gara per la bonifica del terreno.

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